N ello studio vigeva per solito una penombra che da ottobre a marzo sembrava naturale, come garantita dalla temperata luce esterna, e da primavera in poi veniva creata e protetta dal panno scarlatto di due grandi tende, una per finestra. Mio padre passava lì la domenica pomeriggio. Anche quando c’era la mamma. L’unica differenza, dopo l’incidente, fu che camminava meno volentieri e soprattutto non aveva più nessuno da accompagnare sul lungolago, sicché restava chiuso là dentro fin verso l’ora di cena. L’incidente avvenne nel maggio dell’ ‘88