I l 22 maggio saranno 20 anni esatti da una delle retrocessioni più indimenticabili della storia nerazzurra, di quelle da ricordare sempre a chi di questi tempi storce il naso di fronte a qualche pareggio di troppo che rischia di complicare la corsa alla Champions. Ecco, sì, ripetiamolo insieme, Champions. O comunque Europa, quella vera, mica i preliminari dell’Intertoto. Una stagione. Quella 2004-2005, che inizia con un 2-2 casalingo con il Lecce e che si assesta purtroppo alla 7ª giornata con un altro 2-2 sempre in casa con il Cagliari che di fatto consegna l’ultimo posto (con solo 4 punti) ai nerazzurri: non lo lasceranno più. Dopo la 7ª sconfitta in 14 partite e ancora senza vittorie Ivan Ruggeri decide che è ora di voltare pagina e dà il benservito ad Andrea Mandorlini: al suo posto arriva Delio Rossi che parte male con una sconfitta in casa con l’Udinese, rischia di fare il bis a Messina ma il match sull’1-0 per i peloritani viene sospeso per diluvio (nel recupero di un mese dopo si perderà comunque), fino a che nella prima partita del 2005, il 6 gennaio, arriva la vittoria 1-0 con la Fiorentina che fa quasi sperare, anche se la salvezza dista ormai 8 punti. Il turno successivo si va a Roma e si perde 2-1: tra match d’andata e ritorno con i giallorossi si compie il destino di una stagione a tratti assurda, che vede il suo momento di gloria a cavallo tra marzo e aprile quando i nerazzurri infilano 3 vittorie di fila e si presentano a Brescia per il derby della disperazione a pari merito con le rondinelle di Cavasin, 27 punti a testa. Come finisce è cosa nota, De Santis fischia un rigore per i padroni di casa in pieno recupero, Calderoni lo para, ma l’arbitro fa ripetere e questa volta Di Biagio segna. Magra consolazione, a fine stagione verrà giù anche il Brescia.