Diecimila bergamaschi con gli alpini a Vicenza: «Il 2029, il nostro anno»

L’Adunata nazionale. Centomila penne nere hanno partecipato alla sfilata. Sonzogni: portare a Bergamo l’evento del centenario, un obiettivo condiviso.

Le attese della vigilia non sono state deluse: la 95esima Adunata degli alpini ha travolto di entusiasmo la città di Vicenza. Tantissimi i bergamaschi: non solo le penne nere che hanno sfilato ieri pomeriggio – a partire dalle 15.30 circa, dopo una lunga attesa sotto un sole estivo – ma anche i numerosissimi amici, familiari e simpatizzanti che si sono uniti alla festa, raggiungendo la cifra di 10mila. In tutta la città veneta, si sono calcolate circa 500mila presenze ed erano 100mila, invece, tutti gli Alpini che hanno sfilato ieri, tra le 9 del mattino e il tardo pomeriggio.

Presenti, tra le tante autorità, anche i ministri Guido Crosetto e Matteo Salvini, oltre al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, per una edizione, che per volontà dell’Associazione nazionale alpini, ha indicato la pace come slogan portante. «Sono le forze armate – ha precisato Crosetto – che hanno sacrificato vite per difendere la pace e per difendere la democrazia. Nessuno meglio delle forze armate e degli alpini sa quanto è dura la guerra e quanto bisogna preservare la pace».

Il prossimo presidente

Una grande partecipazione all’Adunata, favorita dal bel tempo e dalla vicinanza geografica, e alimentata, per le penne nere orobiche, anche da un sogno sempre più condiviso: portare a Bergamo l’adunata numero cento, quella che si svolgerà nel 2029. L’idea, lanciata dal presidente delle penne nere bergamasche Giorgio Sonzogni, l’anno scorso, proprio in occasione dell’Adunata nazionale di Udine, è diventata sempre più un obiettivo comune, che i bergamaschi stanno curando e per il quale le istituzioni hanno dichiarato di voler collaborare.

«A livello emotivo questo sogno è sempre più condiviso – ha confermato il presidente Giorgio Sonzogni poco prima della partenza della sfilata –. È sempre più diffusa la convinzione di poter essere noi la sezione che ospiterà la centesima adunata». A quanto riferisce Sonzogni, tuttavia, l’argomento non è stato affrontato tra i vertici nazionali in questi giorni. «Si è parlato invece di chi potrebbe essere il prossimo presidente nazionale (il mandato di Sebastiano Favero scade infatti il prossimo anno, ndr). Non nascondo che più di una persona me l’ha chiesto e io ho dichiarato la mia disponibilità, ma è un discorso ancora prematuro». Rimane evidente, tuttavia, che il sogno lanciato a Udine si sta concretizzando sempre più, almeno come possibile candidatura. «È un elemento sicuramente significativo la condivisione di tante istituzioni, cittadine, provinciali e regionali». Lo confermano le parole dei rappresentanti delle istituzioni a Vicenza.

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L’assessore regionale Paolo Franco, presente per il presidente della Regione Attilio Fontana: «Da bergamasco mi permetto un augurio: che nel 2029, dopo il 2026 a Brescia, possa essere Bergamo a ospitare l’Adunata nazionale. Qui a Vicenza sono arrivate 10mila penne nere bergamasche e sul nostro territorio è profondo l’amore per questo Corpo che tanto ha dato alla comunità». Non è mancato l’apprezzamento di Franco per l’operato degli alpini: «Ogni giorno scrivono pagine straordinarie di impegno e sacrificio. E questo deve essere il messaggio rivolto ai giovani, ai quali oggi spesso mancano esempi e punti di riferimento: con il servizio di leva volontaria militare, di cui mi occupo da tempo, i ragazzi possono tornare a far parte di una comunità di cittadini sempre più partecipi e consapevoli». Un tema, quello della reintroduzione del servizio di leva, che ieri a Vicenza ha visto Salvini (leva obbligatoria universale di 6 mesi, «è pronta la stesura della Lega da proporre in Parlamento») e Crosetto («Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate»). Tornando all’auspicio di Bergamo per l’Adunata del 2029, anche il presidente della Provincia di Bergamo Pasquale Gandolfi ha sostenuto che «sarebbe un grande riconoscimento verso una sezione importante: mi auguro che il sogno si possa realizzare». Gandolfi ha sfilato insieme a tantissimi sindaci, subito dietro la Fanfara della Ramera, il consiglio sezionale e i gagliardetti dei 278 gruppi bergamaschi (erano presenti quasi tutti).

Oltre 100 sindaci

Tantissimi i sindaci o loro delegati presenti: più di cento. Davanti, come da tradizione, le donne. Gli organizzatori, come sempre, hanno ringraziato in modo particolare i sindaci che non sono alpini per la loro vicinanza all’associazione. In rappresentanza del sindaco di Bergamo ha sfilato l’assessore Marco Brembilla, che sottolinea come «è sempre bellissimo essere qui. Gli Alpini, più di chiunque altro, sanno scaldare il cuore delle città in cui sfilano. Ci auguriamo che tra cinque anni l’adunata possa tornare a Bergamo: la decisione sarà dei vertici nazionali, ma credo sia un giusto riconoscimento verso la sezione con più iscritti in Italia».

Meriti sottolineati anche dal vicepresidente della sezione bergamasca, Andrea Bresciani: «Ci stiamo lavorando tutti: in tantissime iniziative gli alpini bergamaschi hanno fatto da apripista. Un esempio su tutti è l’invenzione dei campi scuola».Immancabile nella sfilata lo striscione «Berghem de sass», portato da alcuni Alpini di Zogno, ma quest’anno ce n’erano anche tre dedicati al tema dell’adunata: il sogno della pace. Il pubblico che ha assistito alla sfilata si è dimostrato, come sempre, molto caloroso: cori e applausi hanno accolto le penne nere orobiche. Grande la soddisfazione degli organizzatori: la macchina logistica ha funzionato in modo pressoché perfetto. Emblematica la pulizia delle strade del centro, nonostante la festa di sabato sera sia andata avanti fino a notte fonda. «L’adunata è stata l’apoteosi dell’alpinità, che è sinonimo di solidarietà e porta un messaggio di pace, proprio mentre nel mondo ancora ci sono conflitti. Se non ci fossero gli alpini, bisognerebbe inventarli», ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

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