Rapporto del Centro Studi Arcadia: Endinein prima linea contro le stragi dei rospi

I volontari di Endine sono in prima linea in Italia nell’impegno per la salvaguardia dei rospi. Lo dice un rapporto del Centro studi Arcadia che da 15 anni – dal 1990 al 2005 – sta portando avanti a livello nazionale il «Progetto rospi», una iniziativa che si è diffusa in 51 località dove il fenomeno migratorio è più marcato, e impegna oltre 3 mila persone.Definire una «strage» quella dei rospi, suona come un eufemismo. Ogni anno sulle strade italiane muoiono migliaia e migliaia di anfibi, schiacciati dalle auto in transito. Questa poco conosciuta strage avviene quando l’inverno sta per finire e arrivano le piogge, e grandi popolazioni di rospi e di rane cominciano a migrare nel tentativo di raggiungere fiumi, laghi e stagni per deporre le uova, e invece finiscono la loro marcia sotto le ruote delle macchine. I dati del Centro Studi Arcadia sono eloquenti: in 15 anni l’operazione ha consentito di salvare più di un milione di anfibi, appartenenti a 11 specie.E la zona del lago di Endine è all’avanguardia tra le località dove si sono attivate le campagne dei volontari del progetto Rospi, presenti in 8 regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli, Toscana, Marche e Puglia).Non solo, ma lungo il lago d’Endine, sono state posizionate barriere per diversi chilometri di lunghezza, ma sono stati realizzati anche una decina «rospodotti», tunnel che consentono agli anfibi di passare dall’altro lato delle strade in tutta sicurezza.In questa zona, infatti, si è assistito allo spostamento di 30.000 anfibi alla volta. Molti esemplari maschi pare non debbano nemmeno faticare troppo «perchè spesso sono le femmine a portarli sulla schiena» raccontano i volontari, che si ritrovano in giorni prefissati, di sera, per permettere agli anfibi di superare senza danni la striscia di asfalto e raggiungere i luoghi dove deporre le uova. A fare da tam tam per il salvataggio basta un passaparola e i bambini partecipano volentieri: «A darci una mano vengono in molti – spiegano gli operatori del progetto - dai dieci anni in su, accompagnati dalle famiglie». Ma i più sensibili al problema rimangono gli anziani.(27/02/2006)

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