Nella chiesa di Santa Luciala culla del presepe resta vuota
Mons. Bianchi: «Impariamo cosìad accogliere il prossimo»

L’omelia integrale di mons. Attilio Bianchi

«Una provocazione per interrogare la nostra vita». L’ha definita così, monsignor Attilio Bianchi, parroco della chiesa di Santa Lucia, la decisione di lasciare vuota nella notte di Natale la culla del presepe realizzato all’interno della chiesa di via Statuto, in città. Il sacerdote ha posto Gesù Bambino sull’altare, «dove vuole la liturgia» ha spiegato, ma ha deciso di lasciare vuota la culla del presepe per offrire uno spunto di riflessione sul tema dell’accoglienza: «Oggi è Natale, ma è davvero Natale per il mio cuore? - ha detto durante l’omelia della Santa Messa della Vigilia di Natale -: Posso dire di essere capace di accogliere quel Bambino che viene dentro la povertà di una grotta, se non sono capace di accogliere ogni giorno chi bussa alla porta del mio cuore? La culla rimane vuota, per sottolineare la nostra responsabilità verso il mondo, il mondo che è nella guerra delle armi e il mondo che è nella guerra del benessere sprecone: nessuno può chiamarsi fuori, perché altrimenti paradossalmente Dio potrebbe rimanere l’eterno assente dalla mia vita nonostante le mie parole e i miei gesti siano imbevuti di religiosità». Monsignor Attilio Bianchi cita nella sua predica anche il prologo di Giovanni: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi», e poi continua nella sua omelia: «È la strada dell’Amore quella che il Dio che si fa Carne indica ad ogni uomo e ad ogni donna; e l’Amore non lascia mai fuori nessuno, anche se sceglie, non emargina, non rifiuta di accogliere, non dice di non avere tempo, non inventa scuse, non si nasconde dietro la paura del diverso da me». Da qui il forte messaggio sul tema dell’accoglienza: «Gesù Bambino è stato posto dove vuole la liturgia, e cioè sull’altare - ha spiegato il sacerdote -. Il presepe è una rappresentazione, ha anche un significato pedagogico. per questo ho lasciato la culla vuota, per richiamarci tutti, preti compresi, alla necessità dell’accoglienza continua di quelli che abbiamo accanto».La stessa omelia della Vigilia di Natale ha chiarito il pensiero del parroco di Santa Lucia: «La culla rimane vuota, quest’anno nel nostro presepio, perché ciascuno di noi impari ad amare, perché solo chi ama incontra il Cristo. E allora preghiamo, perché questo Natale sia l’occasione per lasciarci cambiare lo sguardo sugli altri, perché possiamo prenderci cura di ogni uomo, di ogni fratello, perché in ogni altro abita il Cristo».L’omelia integrale di mons. Attilio Bianchi(27/12/2008)

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