A Londra per progettare
edifici sostenibili

Cosa si prova a passare a vivere da Serina, poco più di duemila abitanti, a Londra, che di residenti ne conta molto più di otto milioni?

Lo si può chiedere a Francesca Scanzi, 26 anni, che poco dopo la laurea magistrale in Ingegneria dei sistemi edilizi all’Università di Bergamo, ha fatto le valigie e si è trasferita nella capitale inglese, inseguendo un interesse che la accompagna sin dai banchi della scuola superiore. Nei giorni in cui la Gran Bretagna annuncia di chiudere le frontiere anche agli italiani che si sono trasferiti lì, Francesca spiega perché Londra è così attraente per i giovani professionisti.

«In realtà – racconta – non avevo mai preso in considerazione l’ipotesi di trasferirmi all’estero per lavorare. Terminati gli studi, però, ho visto che le possibilità che mi si aprivano in Italia non erano come quelle che mi stavano offrendo all’estero. Quando è arrivata un’offerta di lavoro da Londra non ho esitato ad accettare».

Il mondo delle costruzioni è sempre stato il pallino di Francesca: in terza media, venuto il momento di scegliere l’indirizzo di scuola superiore, non ha avuto dubbi e si è iscritta al corso di geometra. E anche terminato il percorso d’istruzione obbligatoria Francesca ha scelto di continuare il proprio percorso di formazione.

«Nonostante il parere contrario di qualcuno – dice – ho scelto di iscrivermi all’università. All’inizio ero divisa tra le facoltà di Architettura e quella di Ingegneria: ho fatto entrambi i test e li ho passati. Nonostante il mio punteggio nel test di valutazione di Ingegneria era particolarmente basso, ho scelto di iscrivermi proprio alla triennale di Ingegneria edile. Ho fatto questa scelta perché Architettura è un corso molto più artistico, Ingegneria è molto più matematico – scientifico».

«Il primo anno di studi è stato difficile – ricorda –: non venendo da un liceo avevo molte lacune in matematica e dovevo cambiare metodo di studio. Alla fine di quell’anno avevo fatto solo quattro esami sui nove previsti, ma non ho mollato, mi sono impegnata e li ho recuperati negli anni successivi. Mi sono laureata in corso». Poi Francesca ha deciso di continuare a studiare, iscrivendosi alla laurea magistrale sempre a Bergamo.

«Alla fine della triennale – continua – mi sentivo un ibrido tra un maturando e qualcosa di più. La magistrale è stata la scelta giusta per completare la mia formazione professionale, ho appreso nozioni fondamentali che oggi mi sono utili sul posto di lavoro. Devo moltissimo all’Università di Bergamo e ai professori che ho incontrato: i docenti erano molto competenti e preparati, e insegnavano con una passione fortissima per la materia che sono riusciti a trasmettermi. Anche la professoressa che mi ha seguito nel corso della stesura della tesi, Maria Rosa Ronzoni, mi ha insegnato molto. Mi ha insegnato la precisione e l’attenzione al dettaglio, che anche oggi mi sono utilissime sul mondo del lavoro».

Ora Francesca mette in pratica quanto ha imparato in tanti anni di studio nella Metcon sps. «In realtà – racconta – quando mi sono trasferita a Londra, è stato per lavorare con la Zed Factory, uno degli studi più importanti al mondo in termini di sostenibilità. Li conoscevo già perché con loro avevo fatto un internship, uno stage nel corso del mio percorso scolastico, su cui poi avevo anche basato la mia tesi di laurea, usando nella tesi sistemi costruttivi che avevo conosciuto da loro. Lavorare con loro è stata un’esperienza fantastica, perché questa azienda non si occupa di sostenibilità solo nei progetti ma anche negli aspetti che riguardano la vita di tutti i giorni, le condizioni di lavoro dei dipendenti e via dicendo. Un’azienda all’avanguardia sotto molti punti di vista, e che si occupa di un tema al quale sono molto legata: ho sempre creduto nella sostenibilità. Ma questo studio si occupava più del lato architettonico che di quello più strettamente legato alla progettazione, così quando mi si è presentata l’occasione di lavorare su temi più inerenti a quello che sento essere il mio campo, non ho esitato».

«Spero un giorno di tornare a vivere (e lavorare) in Italia – dice –. Voglio assorbire il più possibile da quello che sto vivendo e Metcon sps è la scelta giusta in questo senso. È un’azienda che si occupa di progettazione di edifici residenziali (tra i dieci e i cinquanta appartamenti) con alta sostenibilità energetica; è strutturata su tre livelli, c’è un team di designer che si occupa della progettazione, una fabbrica dove vengono realizzati i “pezzi” e infine la squadra di lavoratori che realizzano materialmente il progetto. Io faccio parte del team di progettazione». Un’esperienza intensa e costruttiva. Ma l’esperienza più intensa che Francesca ha fatto finora non ha a che fare né con l’Italia né con l’Inghilterra. «È stato un viaggio in Kenya, – spiega – dopo la laurea triennale, con un’associazione kenyota che aiuta le donne e favorisce lo sviluppo di progetti per micro-economie sostenibili per le donne e per i bambini. Ho trascorso lì un mese, stavo in una scuola e giocavo con i bambini. È l’esperienza che mi ha cambiato la vita: eravamo in un villaggio sperdutissimo, nel Nord del Kenya. Lì ho capito quanto si può esser felici senza avere niente».

Francesca ora si trova a Londra perché ha seguito la testa, il cuore invece è rimasto a Serina. «Di Serina mi mancano soprattutto gli affetti – conclude –. La famiglia, gli amici. A Londra mi trovo bene, ma i miei amici sono quelli con cui sono cresciuta giocando al parco giochi, i miei compagni di scuola. Londra è bella, ma è frenetica: ogni singolo giorno si è messi alla prova. Questo da un certo punto di vista è davvero stimolante, mi spinge ogni giorno a dare il meglio, a migliorare; dall’altro punto di vista invece è davvero stressante. Ma Londra è così per tutti, non solo per me».

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