Nuovi stimoli? A Londra
c’è anche l’amore

È sempre stato un giramondo, uno a cui piace viaggiare, zaino in spalla e con la voglia di conoscere gente e nuove culture. Alla fine dei conti Gianmauro Vitali è anche andato troppo vicino, se si pensa che Londra è a un tiro di schioppo. Bergamasco, originario del quartiere di San Paolo, questo 45enne dagli occhi verdi e il gran sorriso, ha fatto una scelta, ricca di curiosità ma anche d’amore, perchè nella City con lui c’è una biondina tutto pepe che da un anno abbondante è sua moglie. «Dopo 7 anni in Brembo avevo voglia di nuove esperienze: sono stati anni incredibili e ricchi di professionalità. Un lavoro che amavo ma con la voglia di provare a tracciare un altro percorso, pur mantenendo l’esperienza che ho acquisito in Brembo» racconta. Se a Bergamo era il responsabile acquisti indiretti a livello europeo, dopo una laurea in Giurisprudenza a indirizzo d’impresa, nella City Mauro - così lo chiamano tutti - si occupa sempre di acquisti.

«Lavoro per una società inglese che fa consulenza nell’ambito dei servizi: in sostanza miglioro il modo di piccole e grandi realtà ad acquistare i loro servizi, che possono essere assicurazioni o, per esempio, contratti di manutenzione di impianti».

Il lavoro se lo è cercato dopo essersi trasferito, a gennaio di un anno fa, dopo circa un anno da pendolare: «Silvia, mia moglie, era già a Londra, trasferita per lavoro da Nizza». E qui la storia si fa più romantica perchè parte dal lontano 1997: «Ci siamo conosciuti a Parigi: lei veniva da Torino e aveva 23 anni, io ne avevo 26 e da Bergamo volevo fare un’esperienza che mi aiutasse a imparare bene le lingue». Entrambi lavoravano a Disneyland Paris: Mauro alla biglietteria e ufficio informazioni, Silvia Dell’Agnese in un ristorante all’interno del parco di divertimenti. «Ci siamo incrociati nel campus dove vivevano i ragazzi stranieri che lavoravano nel parco e abbiamo iniziato a frequentarci per i mesi che abbiamo lavorato a Parigi».

Poi il lavoro a Disneyland Paris finisce e le strade di Mauro e Silvia si dividono: «Io sono tornato a Bergamo e lei è partita per Nizza dove ha iniziato a lavorare per una multinazionale. Abbiamo continuato a sentirci, a scambiarci gli auguri e qualche volta ci vedevamo per un aperitivo a Milano». Ottimi rapporti, insomma, fino a quando, nel maggio 2012, riscatta la scintilla e c’è un riavvicinamento: «Quindici anni dopo, ripartiamo da una cena a Milano» ricorda Mauro con la coppia che così inizia a fare la spola Bergamo-Nizza: «Ma nel settembre del 2015 la decisione: Silvia aveva avuto una proposta di lavoro di trasferimento a Londra, e io avevo voglia di ripartire con una nuova esperienza di vita e professionale. Avevo voglia di mettermi in gioco, da zero, anche dopo la perdita di mio fratello Francesco avvenuta nell’ottobre di due anni fa. Il legame profondo che avevo con lui, la sua voglia di scoprire il mondo, mi hanno portato a voltare pagina: a capire ancora di più di cogliere le occasioni e di vivere intensamente ogni attimo».

La scelta cade quindi sul trasferimento definitivo a Londra: «Ho fatto qualche colloquio prima di partire, ma ho voluto darmi del tempo: pensavo anche in un anno sabbatico per adattarmi alla nuova vita, ma appena mi sono trasferito a gennaio ho fatto qualche colloquio e sono stato preso da una società inglese di consulenza in servizi». Prima però, il 13 settembre del 2015, le nozze a Sorisole, con Silvia e i tantissimi amici che sono arrivati da tutta Europa: «Decisamente un matrimonio internazionale tra chi è partito da Parigi, chi da Nizza, da Londra, e ovviamente da Torino». E poi lo zoccolo duro dei bergamaschi, i tantissimi amici che Mauro continua a portare nel cuore: «La famiglia e gli amici sono il motivo che mi riporta spesso a Bergamo, anche solo per riabbracciare i miei genitori e fare una corsetta sulle Mura». La corsa, grande passione: «Ora mi alleno sulle rive del Tamigi: con Silvia abitiamo a Chiswick, zona ovest di Londra, vicino al fiume, ma appena torno a Bergamo eccomi subito sui colli con gli amici runners di sempre».

E poi c’è la polenta di mamma Rosalinda, le chiacchiere con papà Giovanni e quella colazione al bar Camyll che quando torna a Bergamo è tappa obbligata: «Londra è una città incredibile: ricca di cose da fare, in continua evoluzione. Mi sento sempre come in una metropoli dalle mille sfaccettature: ci sono settimanalmente nuove mostre, nuovi locali e ristoranti da scoprire, nuovi spettacoli a teatro, concerti imperdibili». E i due fanno gli sposini a spasso per la City: «E poi ci sono gli spazi verdi e la bellezza della campagna fuori Londra, per non parlare dei continui spostamenti che faccio per lavoro e che mi permettono di scoprire nuove”viste”: un giorno sono a lavorare in un grattacielo, un altro sono in un piccolo ufficio sulla Manica. Con nuovi team di lavoro, nuovi obiettivi».

Insomma, una vita piena di cose da fare e con la voglia di viverla fino in fondo: «Sicuramente l’agenda qui è più piena e i ritmi sono diversi: si lavora tanto, ma senza obblighi di orario. Può anche capitare che si lavori da casa: non serve la presenza in ufficio, ma il raggiungimento degli obiettivi e la qualità del lavoro». E una volta a settimana Silvia e Mauro capita che lavorino da casa insieme, e insieme fanno anche yoga, vanno a correre, escono con amici italiani: «La mia curiosità mi ha sempre portato in giro, con lo zaino in spalla e un paio di scarpe da corsa. Ora c’è Silvia con me e insieme scopriamo la città: ogni tanto giochiamo a fare i turisti, ma ogni settimana che passa mi sento sempre più cittadino di Londra». E con la lingua? «Sicuramente all’inizio, soprattutto nel lavoro, non è stato semplice capire la pronuncia e interpretare lo slang, ma vivere giorno dopo giorno la City ha dato i suoi frutti». In casa però si parla italiano? «Ovvio, e si mangia molto spesso made in Italy, la pizza anche qui non è affatto male».

Due le pecche della vita londinese a cui Silvia ha già trovato una soluzione: «Come facevo senza la mia Atalanta? Ecco che mi è arrivato in regalo l’abbonamento a Bt Sport per vedere le partite del Campionato italiano - ride Mauro -. E poi ho passato le prime settimane alla ricerca di un espresso fatto a regola d’arte: dopo aver scovato qualche piccola caffetteria dal caffè almeno accettabile, è arrivata in casa la macchinetta del caffè, rigorosamente con cialde italiane: la mattina ora parte con il giusto aroma».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per sei mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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