Moro parte il 20 marzo e sogna
la traversata Everest-Lhotse

Everest e Lhotse. Rispettivamente la prima e la quarta montagna della Terra. Se ne stanno lì, una di fronte all'altra, a calamitare i sogni e le nuvole di mezzo mondo ed è difficile dire se siano di più gli uni o le altre. Perché il meteo da queste parti è un'incognita e le perturbazioni sono quasi sempre dietro l'angolo, ma anche i desideri e le aspirazioni alpinistiche non mancano. Anzi sono sempre tante, tantissime e a ogni stagione sembrano affascinare sempre più scalatori.

Simone Moro lo sa bene, tra Everest e Lhotse, di ascensioni ne ha già messe nello zaino 5: tre all'Everest (salito con l'uso di ossigeno nel 2000 da sud, nel 2002 da nord e nel 2006 con una traversata inedita da sud a nord) e due al Lhotse (senza ossigeno nel ‘94 e nel '97 rispettivamente con Gnaro Mondinelli e Anatolj Boukraeev).

Perché tornare allora? «Le ragioni sono diverse - spiega lo stesso alpinista -, innanzitutto salirò all'Everest per accompagnare Aldo Garrioni, alpinista bresciano che vuole realizzare il sogno della sua vita, l'Everest appunto. Il primo obiettivo sarà questo e io cercherò di portarlo a termine senza ossigeno. Il secondo riguarderà il Lhotse, approfittando dell'acclimatamento e della presenza dell'amico e compagno Denis Urubko (impegnato assieme a un team kazako sulla normale del Lhotse proprio mentre Moro tenterà di salire l'Everest, ndr) cercheremo di aprire una nuova via sulla quarta montagna della Terra, decidendo versante e itinerario sul posto in base alle condizioni della montagna che al suo attivo ha solo due vie: quella dei primi salitori e quella russa sul versante sud. In ogni caso l'idea è come sempre di affrontarla in stile alpino, senza ossigeno e nel modo più leggero e pulito possibile».

Ma c'è un terzo obiettivo che potrebbe inserirsi tra i primi due e più che un obiettivo è un sogno: quella traversata Everest-Lhotse che rappresenta una delle grandi avventure alpinistiche ancora da realizzare e che Moro ha già tentato tre volte: nel '97, nel 2000 e nel 2001. «Non è un caso - sottolinea lo scalatore - che se ne parli da un trentennio e che in tutto questo tempo nessuno sia stato ancora in grado di realizzarla. Vedremo se, una volta rientrato dall'Everest a Colle Sud, sarò capace di resistere alla tentazione di provarci, ma soprattutto se sarò in condizioni di tentarla. In questo caso, Garrioni, oltre ai due sherpa che ci accompagneranno nell'ascensione, rientrerebbe con Denis che sarà con noi a Colle sud».

Tanti progetti, insomma. Non a caso la partenza è prevista con un buon anticipo rispetto alla norma - il 20 marzo - proprio per avere tutto il tempo di pianificare le diverse ascensioni, ma anche per evitare il congestionamento di alpinisti che da sempre caratterizza gli ultimi giorni di maggio. Quando in genere attorno alle due montagne ci sono più sogni che nuvole.
 Emanuele Falchetti

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