Sab, è guerra ai «portoghesi»
Si potrà pagare anche all'autista

«Il servizio va pagato, è un discorso di senso civico e di equità. Soprattutto in un momento difficile come questo, in cui si prospettano tagli pesanti per il settore dei trasporti, è opportuno recuperare le situazioni di irregolarità».

«Il servizio va pagato, è un discorso di senso civico e di equità. Soprattutto in un momento difficile come questo, in cui si prospettano tagli pesanti per il settore dei trasporti, è opportuno recuperare le situazioni di irregolarità e impedire che aumentino», dicono dalla Sab.

Dopo Atb, che negli ultimi mesi ha rinforzato la squadra dei controllori e riorganizzato in modo capillare il loro lavoro, anche Sab avvia la sua campagna anti-evasione tariffaria. Da giovedì sono in circolazione i primi bus decorati (uno per linea), per richiamare l'attenzione sul tema: dalle fiancate, un sorridente controllore formato cartoon invita a «fare la cosa giusta» per sé e per gli altri: munirsi di biglietto.

La lotta all'evasione (ma anche all'elusione, sotto forma del tentativo, pare non troppo raro, di coprire lunghe distanze con titoli di viaggio di fascia di prezzo inferiore) si struttura in tre fasi. La prima ha coinvolto il personale dell'azienda.

«Con i conducenti abbiamo discusso il problema e sottolineato l'importanza di prestare attenzione al passeggero che sale a bordo, controllando che sia munito di biglietto o abbonamento», spiega il direttore di Sab, Franco Ferrada. Chi dovesse salire sull'autobus sprovvisto del titolo di viaggio, potrà acquistarlo a bordo, con una maggiorazione di 1,05 euro.

Il secondo passo della campagna si concentra sulla comunicazione, con le cartoline, i volantini e la decorazione dei mezzi. E dopo questa fase informativa, intorno alla metà di gennaio partiranno dei controlli più consistenti. I controllori Sab sono attualmente otto, ma la squadra potrebbe arricchirsi.

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