Hina, la sentenza della Cassazione:
«Non è stato un delitto religioso»

Hina Saleem, la pachistana di 20 anni sgozzata e sepolta nell'orto di famiglia, in un paese in provincia di Brescia non fu ammazzata dal padre per "motivi religiosi e culturali", ma piuttosto per "un patologico e distorto rapporto di possesso parentale".

Così affermano i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con la quale hanno confermato il giudizio d'appello nei confronti di Mohammed Saleem, che ha avuto 30 anni e i cognati Khalid e Zahid Mahmood, che dovranno scontare una pena di 17 anni.

Il delitto avvenne l'11 agosto del 2006, in una casa di Ponte Zanano. Hina fu trovata sepolta in giardino, la testa rivolta verso la Mecca, il corpo pieno di lividi e massacrato da 28 coltellate. Per il giudice di primo grado la ragazza venne attirata con l`inganno, i due cognati la tennero ferma, mentre il papà colpiva.

La suprema corte ha reso definitivo anche il risarcimento danni, a favore del fidanzato della ragazza uccisa, Giuseppe Tampini, con il quale Hina era andata a convivere. Era lui il 'Beppe' tante volte scritto dalla ragazza, con i cuori attorno.

L'avvocato Loredana Gemelli, difensore della parte civile Tampini, ha spiegato: "Il padre di Hina ha sempre voluto presentare la sua azione come un fatto religioso, culturale. Lui l'ha presentato come un delitto d'onore, di quelli per cui nei suo paese si può venire assolti. Ha cercato di coinvolgere i maschi adulti della famiglia, attribuendogli ruoli anche più importanti. I generi sono stati coinvolti loro malgrado, possiamo dire".

"La Cassazione ha accolto in pieno la ricostruzione che abbiamo fatto noi nel corso del processo. Il padre ha ucciso Hina perché lei aveva osato denunciarlo quando questo l'aveva violentata. La cosa che lei viveva con un ragazzo italiano non era il vero problema. E' stata una scusa, usata dopo. Volevano in questo modo la concessione dell'attenuante di aver agito per motivi culturali. Hina, non va dimenticato, è stata violentata quando aveva 16 anni. Il tribunale dei minori con provvedimento d'urgenza ne dispose l'allontanamento".

"Il suo coraggio di denunciare quanto subito è stato l'affronto che il padre ha voluto punire. La madre, in una intercettazione, le diceva che anche lei aveva sbagliato, che anche lei era responsabile di quello che era accaduto", ha continuato l'avvocato Gemelli. Hina venne seppellita con la testa rivolta verso la Mecca, in una buca attrezzata a tomba: per sostenere gli argini furono usati la testiera di un vecchio letto in legno e alcune assi. Sopra una distesa di terriccio, sul quale con ogni probabilità si voleva reinterrare le piante di pomodori trovate sradicate lì vicino.

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