Poste, dipendenti sequestrati:
ma i rapinatori portano il caffè

Hanno sì sequestrato 36 dipendenti dell'ufficio centrale delle Poste di Treviglio, ma ad alcuni di loro i malviventi hanno pensato di offrire, con tanto di guanti, un caffè caldo. Protagonisti dell'insolito colpo tre rapinatori entrati in azione venerdì.

Hanno sì sequestrato 36 dipendenti dell'ufficio centrale delle Poste di Treviglio, ma ad alcuni di loro i malviventi hanno pensato di offrire, con tanto di guanti, un caffè caldo. Protagonisti dell'insolito colpo tre rapinatori entrati in azione alle 5,15 di venerdì alle Poste di viale Monte Grappa.

Il colpo è durato tre ore e mezzo: forse i banditi pensavano di suggellare il successo con un bottino ben più corposo rispetto a quello di 20 mila euro in banconote e monete che alla fine si sono portati via in una borsa di tela.

La banda era ben a conoscenza dell'andirivieni che ogni mattina, dalle 5 fino alle 8, segna l'iniziale attività del principale ufficio postale della città. I tre banditi si sono posizionati con la loro auto scure forse prima delle cinque, in attesa che all'ufficio postale arrivasse il primo dipendente.

Dopo avere scavalcato la recinzione dell'area che ospita il polo scolastico  hanno fatto lo stesso per raggiungere la zona delle Poste. Quando dal cancello ha fatto il suo ingresso il primo dipendente, hanno aspettato che aprisse la porta di servizio per poi bloccarlo alla spalle.

«Stai fermo è un rapina». L'impiegato è stato obbligato a mettersi in un angolo. I tre avevano in pugno tre pistole all'apparenza vere ma poi risultate pistole giocatolo: hanno aspettto l'arrivo di tutti i dipendenti e infine quello del direttore.

Ma serviva pazienza e soprattutto non mettere agitazione ai dipendenti, tutti puntualmente legati, gli ultimi due dei quali ai piedi, con i lacci delle scarpe. C'è stato però spazio anche per momenti di inusuale gentilezza e cortesia da parte dei tre rapinatori: a turno si sono presi cura dei dipendenti più agitati offrendo loro del caffè, con guanti, anche se spessi e da lavoro.

Le telecamere di video sorveglianza delle Poste, al vaglio del commissariato della polizia di Treviglio, hanno ripreso l'insolito scenario. Alle 7,45, quando è apparso il direttore delle Poste: è stato obbligato a raggiungere il caveau, ad aprirlo e a estrarre i quindicimila euro in banconote e i cinquemila in monete, consegnandoli a due dei banditi. Poi i malviventi sono fuggiti.

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