La Giunta compatta difende Moro
«Non deve autosospendersi»

Giunta compatta sul caso dell'assessore Marcello Moro. Due ore di discussione, qualche distinguo, ma alla fine, grazie anche alla posizione garantista assunta dalla Lega, la decisione è stata presa di comune accordo: nessuna richiesta di autosospensione.

Giunta compatta sul caso Moro. Due ore di discussione, qualche distinguo, ma alla fine, grazie anche alla posizione garantista assunta dalla Lega, la decisione è stata presa di comune accordo: nessuna richiesta di autosospensione.

La proposta - avanzata dalle minoranze dopo l'indagine avviata dalla magistratura di Bergamo sull'assessore di Palafrizzoni Marcello Moro per un presunto caso di corruzione - è stata rispedita al mittente.

«Terminata l'indagine interna presso i Lavori pubblici e l'Ufficio finanziario – ha spiegato il sindaco Franco Tentorio – abbiamo discusso in maniera approfondita e molto costruttiva essendo tutti convinti del fatto che l'onestà di un politico rappresenti un valore assoluto».

È toccato allo stesso primo cittadino ripercorrere le tappe della vicenda che, da quanto trapelato, vedrebbe Moro indagato con l'accusa di aver ricevuto 50 mila euro dall'imprenditore Pierluca Locatelli al fine di sbloccare un pagamento relativo ai lavori per l'Università in Sant'Agostino: il debito fuori bilancio di 869 mila euro approvato dalla Giunta e quindi dal Consiglio nel novembre 2009 a favore della Baldassini Tognozzi, l'impresa fiorentina dalla quale proprio la Locatelli aveva ottenuto in subappalto i lavori nell'ex convento.

«La transazione – aggiunge Tentorio – era per il Comune assolutamente conveniente: 800 mila euro più Iva contro il milione e mezzo di euro ipotizzato inizialmente. Non a caso è passata all'unanimità, compreso il voto delle minoranze. Detto francamente pagando l'assessore, la Locatelli avrebbe preso una “bidonata” considerato anche il fatto che, successivamente, la Baldassini Tognozzi ha ceduto buona parte del credito alla società di factoring di Unicredit».

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