Lega, Maroni dai magistrati:
«Collaborazione per la verità»

La Lega Nord ha dato incarico alla società di revisione PwC di effettuare una verifica patrimoniale della situazione finanziaria dei conti del partito. Lo ha annunciato l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, dicendo che si cerca la verità.

La Lega Nord ha dato incarico alla società di revisione PwC di effettuare una verifica patrimoniale della situazione finanziaria dei conti del partito. Lo ha annunciato l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, che nella mattinata di mercoledì è rimasto a colloquio in Procura per oltre mezz'ora, con i magistrati milanesi titolari dell'inchiesta con al centro l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito.

«Il procuratore ha detto che ci farà avere un elenco di documenti che a loro servono e che noi daremo immediatamente», ha confermato Maroni, dicendo di volere la verità, uscendo dalla stanza del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, il coordinatore dell'indagine sui fondi della Lega.

Maroni ha ribadito la «piena e leale collaborazione. Qualunque richiesta verrà fatta - ha aggiunto - sarà immediatamente soddisfatta». E ha anche aggiunto: «Siamo pronti a essere parte civile, come Lega Nord, in un eventuale processo».

Intanto «Umberto Bossi si è ripreso la base, un pò sconcertata dagli ultimi avvenimenti. È tornato ad essere un leone». È l'opinione dell'assessore lombardo della Lega Nord, Monica Rizzi. Secondo lei, martedì sera a Bergamo non c'è stato nessun passaggio di testimone tra Bossi e Roberto Maroni: «Sono fedele a Bossi e lo resto. Non sono nè una barbara sognatrice nè appartengo al cerchio magico, aggiungendo che ora si va avanti uniti, senza spaccature, epurazioni e caccia alle streghe. Prima si accertino le responsabilità di ognuno, poi si potrà chiedere a chiunque di fare un passo indietro».

«Ricordo che non ci sono altri indagati - ha aggiunto -. Attendiamo cosa dirà la magistratura». «Bossi si è trovato nell'imbarazzo di vedere un ragazzo di 20 anni catapultato in questo mondo e criticato già dal giorno dopo, anche da chi magari prima osannava la scelta della candidatura».

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