Il «Galletto» fa troppo rumore
Il giudice: il locale è da isolare

«Ho superato tante difficoltà, ho resistito più di trent'anni perché credo nella mia attività: ora questa sentenza mi mette alle strette. Ho tredici dipendenti, e potrei anche essere costretto a chiudere: vorrei che qualcuno potesse far qualcosa».

«Ho superato tante difficoltà e tanti ostacoli, ho resistito più di trent'anni perché credo nella mia attività: ora questa sentenza mi mette veramente alle strette. Ho tredici dipendenti, e potrei anche essere costretto a chiudere: vorrei che qualcuno potesse far qualcosa».

È amaro lo sfogo di Luigi Iorio Esposito, pluripremiato pizzaiolo e proprietario con la moglie della pizzeria Galletto d'Oro di Mozzo. Mostra la sentenza del Tribunale di Bergamo che lo ha condannato a pagare un risarcimento danni per i rumori provenienti dal suo locale.

Non solo: cosa più grave, la stessa sentenza gli impone anche una serie di pesanti lavori di «destrutturazione» e sistemazione del locale per cercare di evitare il propagarsi dei rumori. Lavori che risulterebbero però, a detta dello stesso perito nominato dal giudice, molto costosi e oltretutto senza la certezza che possano risolvere definitivamente il problema.

«Quando ho preso in affitto il locale per aprire la pizzeria, e parliamo del 1988, era tutto a norma e la licenza già c'era, quindi per quanto mi riguarda ogni cosa era in regola – spiega Esposito –. Ora mi si impongono questi lavori, ma anche facendo tutto quello che è stato indicato dal perito non c'è nessuna garanzia di riuscire ad ottenere il risultato: questo ci mette parecchio in difficoltà, perché la spesa da sostenere è comunque molto alta, e noi siamo solo affittuari del locale, non proprietari. Se non abbiamo neppure la garanzia che basti, chi ci assicura un domani che non dovremo subire un'altra causa come questa?».

Tutto comincia nel 2006, quando una coppia di residenti nello stabile dove si trova al piano terra la pizzeria, in via Manzoni a Mozzo, presenta al giudice civile di Bergamo una richiesta di risarcimento danni contro la moglie di Esposito (in quanto formalmente titolare della pizzeria) e contro la proprietaria dello stabile: i due si lamentavano, in sostanza, del troppo rumore proveniente dal locale, definito «intollerabile», e di aver per questo subito danni.

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