La saga dei Pagani a Villongo:
7 generazioni di tabaccai dal 1773

Dalle spezie all'enalotto, fino ai biglietti dell'Atalanta. Da sette generazioni i Pagani di Villongo Sant'Alessandro stanno dietro il bancone della Tabaccheria. E lunedì in Regione verranno insigniti del titolo di storica attività insieme ad altri cinque esercizi commerciali della provincia.

Dalle spezie all'enalotto, fino ai biglietti dell'Atalanta. Da sette generazioni i Pagani di Villongo Sant'Alessandro stanno dietro il bancone della Tabaccheria. E lunedì in Regione verranno insigniti del titolo di storica attività insieme ad altri cinque esercizi commerciali della provincia.

Tra i 70 premiati da tutta la Lombardia, anche due locali storici cittadini: il ristorante Il Pianone in Castagneta, nato nel 1900, e il Balzerino di via XX Settembre, del 1921. La Tabaccheria Pagani però vanta una presenza a Villongo eccezionale: il primo ad avviare l'attività nel lontano 1773 fu Cristoforo Pagani. Si occupava della vendita di spezie e di tabacchi. Oggi al timone dell'impresa c'è Martino.

Una tabaccheria di famiglia a due passi dalla chiesa parrocchiale dal 1773, quando il filosofo Voltaire sollevava il vento dell'Illuminismo sul Vecchio Continente. Fu la prima bottega del paese. Dalle spezie e dall'olio sfuso all'enalotto, dal chinino di Stato autorizzato nei primi anni del 1900 alle scommesse sportive.

E ancora, dai sali e dalle sigarette vendute dal bancone, ai biglietti per l'Atalanta. È una storia infinita, quella della Tabaccheria Pagani di Villongo. Sette generazioni, quasi un record, al lavoro sempre nello stesso edificio di via Grumelli nella zona centrale di Villongo Sant'Alessandro e soltanto da poco più di due anni trasferitasi nella nuova location di piazza Alpini, zona mercato, vicino al Palazzo dello sport.

«L'attività - racconta Martino Pagani, 55 anni, titolare del negozio dal 1980 - fu avviata nel 1773 dal nostro antenato Cristoforo Pagani, e probabilmente, ma non c'è certezza, si occupava della vendita di spezie e tabacco in pochi metri quadri. Da allora, la rivendita non ha mai cambiato posto sino al 2009, a tal punto che ha assistito per ben tre volte al cambio di nome, da via Castello, a SS. Trinità, sino a via Grumelli».

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