Brescia inaugura il Metrobus
Lezione per Bergamo: uniti si vince

Che dire, un po' d'invidia c'è. Bello è bello: passa la città da parte a parte e i bresciani se lo stanno già coccolando. Sabato è stato tutto un salire e scendere dai vagoni luccicanti ad ammirare le bellissime stazioni.

Che dire, un po' d'invidia c'è. Bello è bello: passa la città da parte a parte e i bresciani se lo stanno già coccolando. Sabato è stato tutto un salire e scendere dai vagoni luccicanti ad ammirare le bellissime stazioni, in una giornata di festa da ricordare.

Diciamola tutta, il Metrobus di Brescia è davvero notevole, un'opera degna di una città europea. Ma la cosa che fa davvero pensare (e un po' girare le scatole) è la capacità dei cugini di centrare sempre il bersaglio. E soprattutto di individuarlo con anni d'anticipo senza poi mollare la presa né dilettarsi nella nobile arte (molto bergamasca) del fà e desfà... Facilitati (va detto) anche dalla continuità amministrativa: tutto centrosinistra, fino al 2008, quando arriva il centrodestra.

«Una lezione dal punto di vista amministrativo: un'opportunità d'incontro, abbiano lavorato senza divisioni» spiega dal palco il sindaco pidiellino di Brescia Adriano Paroli. Uno che quando era all'opposizione qualche perplessità sull'opera ce l'aveva, ma una volta arrivato alla Loggia si è guardato bene dal disfare un progetto concepito a metà degli anni '80. «Questo è l'esito di una condivisione della città» gli fa eco il predecessore Paolo Corsini, ora senatore Pd.

Per farla breve, se qualcuno vuole andare a vedere l'ennesima (e forse la meglio riuscita) dimostrazione che i bresciani sanno fare squadra, il Metrobus è lì che l'aspetta. Un gran bel giocattolino: 13,7 chilometri, 6 dei quali in galleria (in pratica il centro storico), 4,7 in trincea coperta, 1,3 a raso e 1,7 a viadotto sopraelevato. Il tracciato va da Nord a Sud, dalle stazioni di Prealpino a Sant'Eufemia: in mezzo ce ne stanno altre 15, due in pieno centro (San Faustino e Vittoria) più l'interscambio con la stazione ferroviaria.

Bergamo ci aveva pensato, ma costava decisamente troppo: 200 miliardi di lire. Già, si ragionava ancora col vecchio conio nell'estate del 2001, quando da Palafrizzoni partì una delegazione per Perugia, dove si stava realizzando un avveniristico minimetrò.

All'allora sindaco Cesare Veneziani l'idea piaceva davvero tanto: un bel parcheggio d'interscambio nello scalo merci (Porta Sud era ancora un'ipotesi in divenire) e da lì dritti sparati in Città Alta seguendo il tracciato dell'asse ferdinandeo. Capolinea alla stazione dei treni e in Colle Aperto, fermate a Porta Nuova, piazza della Repubblica e alla funicolare inferiore. Tutto interrato sotto viale Papa Giovanni XXIII, Roma e Vittorio Emanuele II. Ma per i costi e la non strategicità dell'operazione non se ne fece nulla.

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