A soli 14 anni fugge dall'Egitto
A Bergamo trova l'accoglienza

Una vita da adulto, anche se di candeline ne ha spente solamente 14. Allontanato dalla sua stessa famiglia che lo ha accompagnato al porto. A bordo di un barcone fatiscente è stato mandato da solo verso l'ignoto, al di là del Mediterraneo.

Una vita da adulto, anche se di candeline ne ha spente solamente 14. Allontanato dalla sua stessa famiglia che lo ha accompagnato al porto. A bordo di un barcone fatiscente è stato mandato da solo verso l'ignoto, al di là del Mediterraneo.

Poi, una volta messo piede sulla terraferma, senza un soldo e sprovvisto di documenti, ha vagato per l'Italia in cerca di un posto dove stare. Fino ad arrivare a Bergamo, dove ha trovato qualcuno che si prenderà cura di lui. È la storia di Amr (il nome è di fantasia per tutelarne l'identità del minore, Ndr), un ragazzino di soli 14 anni originario dell'Egitto che domenica si è presentato alla Questura di Bergamo per chiedere aiuto. Ma non è solo la sua di storia, è anche quella di tanti suoi connazionali e coetanei, «cacciati» da casa dai propri genitori, non essendo più in grado di mantenerli e nelle condizioni di garantire la loro sicurezza. Perché all'orine di questi allontanamenti c'è un conflitto tra religioni che in Egitto fanno fatica a convivere pacificamente.

Amr arriva in via Noli domenica pomeriggio: è solo, senza soldi, documenti di identità e indossa vestiti non adatti al tardo inverno continentale. Non conosce una parola di italiano e fa fatica a farsi capire dai poliziotti che si attivano immediatamente. Grazie a un interprete gli agenti scoprono il nome, l'età e la sua provenienza. Riescono anche a mettere a fuoco la dura esperienza che ha vissuto. Scatta quindi il protocollo previsto in questi casi: viene informato il Tribunale dei minori di Brescia che affida Amr alla comunità «Don Milani» di don Fausto Resmini. In serata il ragazzino viene accompagnato a Sorisole dove viene accolto dagli operatori.

Tra gli ospiti della struttura c'è anche un uomo che parla arabo e quindi contribuisce allo scambio di informazioni: «Era molto spaventato e disorientato – spiega Don Fausto Resmini – circa un mese fa è arrivato a Lampedusa a bordo di un barcone, poi è giunto a Bergamo senza nulla».

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