Morì dopo un comizio di Prodi
Assolti i medici: nessuna responsabilità

Il fatto non sussiste. A sette anni di distanza dalla morte di Luigi Salvi, pensionato di Bergamo 66enne, e dopo due richieste di archiviazione, il giudice ha scagionato con formula piena i cinque medici a processo per quel decesso avvenuto ai Riuniti.

Il fatto non sussiste, tutti assolti. A sette anni di distanza dalla morte di Luigi Salvi, pensionato di Bergamo di 66 anni, e dopo due richieste di archiviazione del caso penale, il giudice Massimiliano Magliacani ha scagionato con formula piena i cinque medici a processo per quel decesso, tutti in forza all'epoca dei fatti al reparto di psichiatria degli Ospedali Riuniti.

Si tratta di tre dottoresse e due dottori, che si erano succeduti nel prendersi carico di Salvi nel corso di quelle 24 ore, oltre all'azienda ospedaliera a processo come responsabile civile: rispettivamente F. S., di 55 anni, M. A., 49 anni, L. D., 50 anni, A. P., 54 anni, e infine G. A., 61 anni, all'epoca responsabile del reparto.

Salvi era morto in quel reparto la sera del 22 settembre 2005: lì era stato ricoverato la sera precedente con trattamento sanitario obbligatorio (Tso), dopo che aveva dato in escandescenze poco prima dell'inizio di un comizio di Romano Prodi in piazza Matteotti. Portato prima in caserma e poi in ospedale per il Tso, la mattina del 22 settembre era stato contenuto (immobilizzato cioè a letto con delle cinghie) e messo sotto sedativi per cercare di tranquillizzarlo, ma era deceduto 24 ore dopo. In seguito all'accaduto la Procura di Bergamo aveva aperto un'inchiesta, conclusasi però con un'archiviazione. Una seconda inchiesta, sollecitata dai familiari, era partita l'anno dopo: nel 2011 era scattato il rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti dei cinque medici. Con l'assoluzuine arrivata ora, le parti civili valuteranno, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, l'appello.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 23 settembre

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