A Fatima con il vescovo Beschi, le emozioni dei 150 pellegrini bergamaschi - Foto e video

Il pellegrinaggio Secondo giorno in Portogallo per i 150 pellegrini bergamaschi: mercoledì 13 luglio hanno varcato l’area – tutta aperta 24 ore su 24 senza cancelli – del santuario di Fatima.

L’ingresso alla vasta spianata del santuario di Fatima comunica subito un senso di grandezza, gli spazi sono davvero ampi, davanti agli occhi si apre una piazza grande come quattro campi da calcio. Un sentimento di grandezza che spicca nella torre campanaria alta 65 metri dell’imponente Basilica di Nostra Signora del Rosario. Queste sono state le sensazioni dei 150 pellegrini bergamaschi che mercoledì 13 luglio hanno varcato l’area – tutta aperta 24 ore su 24 senza cancelli – del santuario di Fatima, seconda tappa del viaggio in Portogallo.

Un momento della Messa internazionale a Fatima. Video di Bruno Bonassi

Emozioni contrastanti rispetto al luogo dell’Apparizione, una minuscola cappella fatta costruire dai tre pastorelli Giacinta, suo fratello Francesco e sua cugina Lucia, su indicazione della Madonna dopo le apparizioni del 1917. Due immagini contrastanti che descrivono il disorientamento che ti coglie a un primo momento e che danno subito la misura del messaggio di Fatima: di fronte alla grandezza del Mistero, il pellegrino comprende la sua piccolezza e chiede la conversione.

Richiede un cambiamento, a volte anche con il sacrificio di recitare il Rosario spostandosi sulle ginocchia piegate. Un dolore apparentemente incomprensibile ai più, ma che solo un grande amore può provocare. Così i pellegrini bergamaschi hanno iniziato la giornata seguendo la Messa internazionale, molto sentita perché cade nella ricorrenza dell’Apparizione, concelebrata dal vescovo Francesco Beschi con il vescovo di Fatima e il cardinale emerito di Lisbona.

Un momento del rito penitenziale con il vescovo Beschi a Fatima. Video di Bruno Bonassi

Una celebrazione solenne che nel pomeriggio è seguita dal rito penitenziale aperto da una riflessione del vescovo Francesco: «Il perdono rappresenta la vittoria dell’amore sul male. Questo è un principio di vita fortissimo che ci caratterizza come cristiani. Chi crede che l’amore è più forte del male? Ogni giorno ne abbiamo una smentita. Eppure, a partire da Gesù, noi percorriamo questa strada impervia in cui crediamo». Al termine della preghiera, i pellegrini hanno scelto di confessarsi. Non tanto come un’imposizione, ma piuttosto come un atto di amore libero da parte di chi si sente profondamente amato. E così, il disorientamento iniziale in ingresso alla spianata, si è trasformato in uscita in una grande apertura del cuore per tutti i 150 pellegrini bergamaschi.

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