Affittopoli, l’ex responsabile dell’Ufficio:
«Nessuna pressione da parte dei politici»

La domanda del pm Giancarlo Mancusi piove a metà interrogatorio: «Per le assegnazioni in deroga degli alloggi comunali ha mai ricevuto pressioni da funzionari dell’amministrazione comunale o da organi politici?».

Sonia Rigoletto - ex responsabile dell’ufficio alloggi di Palafrizzoni e principale imputata al processo di Affittopoli che la vede alla sbarra insieme ad altre 10 persone con l’accusa di aver creato, col meccanismo della deroga, una corsia preferenziale nella destinazione degli appartamenti del Comune -, risponde decisa: «No». Poi precisa subito: «Pressioni no, ma segnalazioni sì. Emergevano in commissione dagli stessi componenti. Ma io mi sono sempre astenuta da qualsiasi parere».

È la commissione assegnazioni - comprendente anche i rappresentati del sindacato inquilini e all’epoca presieduta da Gaspare Passanante (non è indagato e nemmeno gli allora componenti, ndr), dirigente dei Servizi sociali di Palazzo Frizzoni - l’ingranaggio decisivo per la distribuzione degli immobili: almeno, da come l’hanno descritta gli imputati. Rigoletto: «Al nostro ufficio arrivavano mail degli assistenti sociali, che sollecitavano l’assegnazione in deroga per determinate persone in particolari situazioni. Io portavo i fascicoli in commissione, ma non ho mai interferito nelle decisioni».

Anche sull’assegnazione in deroga a Daniele Lussana, ex commissario della polizia locale che diverrà il marito dell’allora responsabile dell’Ufficio alloggi, «è stata la commissione a prendere la decisione». «Lussana - ha assicurato ieri Rigoletto - possedeva tutti i requisiti per ottenere un alloggio a canone sociale. La pratica l’ho seguita come tutte le altre e mi sembrava degna di essere portata all’attenzione della commissione». Un innocente «aiutino», però, lo aveva chiesto per l’allora fidanzato.

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