Lettera aperta di un pendolare:
«I ritardi ci stanno rovinando il fegato»

Un pendolare ha scritto una lettera aperta a Trenord, Rfi, all’assessore regionale Sorte, al sindaco di Bergamo Gori e al presidente della Regione Maroni: «Spero che qualcuno mi risponda. I ritardi ci stanno rovinando il fegato»

«Buonasera, vi scrivo in quanto ritengo necessario raccontare ciò che succede quotidianamente sui treni che interessano la nostra Città (spacciata come una delle principali porte di Expo). Io, come tante altre persone, sono un pendolare che per recarsi sul luogo di lavoro a Milano deve prendere dapprima la linea Bergamo-Brescia, ed in seguito cambiare treno a Bergamo prendendo quello per Milano (linea via Treviglio)».

«Tra i corrispondenti treni delle due distinte direttrici, ci sono in generale 7 minuti di agio all’andata verso Milano e 9 minuti al ritorno. Un lettore che non ha il piacere di sperimentare il disservizio di Trenord (e Rfi, non dimentichiamola) potrebbe pensare che un tale margine sia sufficiente a consentire di prendere la coincidenza in tutta tranquillità. Ebbene, negli ultimi anni i ritardi sono sempre andati aumentando e la situazione peggiorando, ma niente a che vedere con ciò che è successo nell’ultimo anno».

«I treni, per i motivi più disparati, sono SISTEMATICAMENTE in ritardo di 5-10 minuti quando va bene, con ovvie ripercussioni sulle coincidenze mancate, sulle ore perse, e sul fegato rovinato di noi pendolari. Si, perché in realtà Trenord non garantisce e non applica alcuna coincidenza nei suoi orari (come specifica in risposta ad ogni reclamo), il che potrebbe anche essere accettabile considerando che ci sono treni in partenza ogni mezz’ora circa. Ciò che però non è accettabile è che con il treno in arrivo in ritardo da Brescia, il più delle volte il treno per Milano non aspetti neanche 1-2 minuti (privi di ripercussioni successive), che spesso sarebbero sufficienti ad evitare di far perdere a decine e decine di pendolari mezz’ora di vita. Lo stesso discorso ovviamente vale per la sera nella tratta di ritorno»..

«Il problema risiede sicuramente nelle mancanze strutturali delle linee (specie quella per Brescia ancora oggi a binario singolo) e nella scarsa affidabilità dei treni, ma c’è un problema a mio avviso ben più grave legato all’incapacità organizzativa di Trenord e Rfi. Mi chiedo ad esempio come sia possibile che ogni giorno i treni per Milano debbano fermarsi e attendere appena prima della stazione di Treviglio Ovest che transiti la navetta (Treviglio-Bergamo) in perenne ritardo di 10 minuti per poter procedere. Questo porta a ritardi a catena sul treno per Milano, che tipicamente arriverà a destinazione con almeno 10 minuti di ritardo. Tanto vale ripristinare la fermata a Treviglio Ovest a questo punto, facendo contenti diversi altri pendolari».

«La verità è che Trenord ha tentato di fare il passo più lungo della gamba volendo garantire treni ogni 30 minuti. La rete Rfi (troppo spesso soggetta a guasti), i vetusti convogli Trenord (vedi rete Rfi) ed i palesi limiti gestionali portano ad una situazione insostenibile per noi pendolari. Concordo con il neoassessore Sorte, potremmo passare oltre i treni vecchi e sporchi se e solo se fossero almeno puntuali».

«Vado però oltre e dico che personalmente preferirei che Trenord ELIMINASSE un treno su due aumentando la capacità dei restanti, se ciò potesse servire a garantire che almeno questi fossero puntuali. È necessario che entrambe, Trenord e Rfi (ma anche ogni loro singolo dipendente) si rendano veramente conto di quale sia la situazione di noi pendolari, invece di limitarsi semplicemente a rispondere con scuse generate casualmente ai nostri reclami (non sto scherzando, è ciò che spesso accade). Mi appello ai dipendenti, chiedendo che almeno smettano di proclamare scioperi, che come unico risultato hanno solo quello di danneggiare noi viaggiatori».

«Riporto l’esperienza odierna giusto a titolo esemplificativo, ma il discorso si può più o meno estendere a qualsiasi altro giorno: il treno 10809 via Treviglio con partenza prevista da Milano Porta Garibaldi alle 18.27, è in realtà partito con più di mezz’ora di ritardo. non si è ben capito il motivo dato che su Twitter parlavano di “necessaria variazione turno personale”, mentre in stazione annunciavano “ritardi nella preparazione del convoglio”. Mah…»

«Preso atto del ritardo, da pendolare ormai (ahimè) scafato mi reco a Milano Centrale per prendere il 2631 delle 18.10, il quale riesce miracolosamente a partire puntuale, ma già dopo pochi minuti, ancora prima di arrivare a Lambrate, accumula 10 minuti di ritardo che non riuscirà mai più a recuperare. Di conseguenza arriva a Bergamo alle 19.08, giusto 1 minuto dopo la partenza del 4931 per Brescia (prevista alle 19.07) che ovviamente non ha aspettato, obbligando i pendolari ad attendere il successivo 19.38. Morale, uscendo un’ora prima dall’ufficio sono arrivato a casa allo stesso orario».

«Ma il fantomatico 10809? Non mi sono dimenticato di lui, pensate che è riuscito ad arrivare a Bergamo con 52 (CINQUANTADUE) minuti di ritardo, su 61 minuti di viaggio teorico. Non male, vero? Spero che voi, quotidiano di riferimento della nostra città, possiate farvi portatori di questa mia lettera verso Trenord, Rfi, il neoassessore Sorte, il sindaco Gori o chiunque possa in qualche modo intercedere per l’anima di noi pendolari, e nel frattempo darci almeno qualche risposta seria. Cordiali saluti».

F. B.

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