Sul lago d’Iseo sognando l’anello ciclabile
Il presidente Maroni ha promesso i fondi

E se davvero intorno al lago d’Iseo si costruisse un anello ciclabile? Potrebbe sembrare un progetto fantascientifico, eppure c’è chi ci crede. Soprattutto ci crede chi ha le risorse per realizzarlo.

Chiuso The floating piers, il governatore lombardo Roberto Maroni era stato chiaro: «L’Iseo ha fatto un ottimo lavoro. La Regione premierà i Comuni lacustri con un’iniezione di fondi per il turismo. Presentateci le idee, anche sovracomunali». E così è stato. Tra i progetti di sistema abbozzati, ecco quello di un periplo ciclabile, per intercettare il mercato - in crescita - del turismo slow. Il target? Non i ciclisti professionisti, bensì appassionati che intendono conoscere nuove mete dalle selle delle loro bici.

Il via è a Sarnico. Dunque: i turisti sulle due ruote possono contare, inizialmente, sul lungolago e, imboccata via Veneto, su una pista ciclopedonale che - passando davanti a villa Faccanoni e al riparo dall’ex statale 469 - conduce direttamente fino al confine con Predore. E da lì iniziano gli «stop and go»: brevi tratti di ciclabile interrotti da chilometri da percorrere sulla carreggiata. Vista lago, ma pur sempre di un’ex statale si tratta. Quindi, nel pericolo. In particolare, Predore ha un marciapiede piuttosto ampio sul lato sinistro della strada (per chi da Sarnico va verso Tavernola) ma solo verso la galleria arriva un vero tratto in sicurezza per ciclisti e pedoni. Poi, però, c’è la galleria e quella «benedetta» pista costata milioni e sempre causa a causa di frane e smottamenti. Pedalare sarebbe una meraviglia: percorso pianeggiante, spazi ampi, sguardo sul lago. Ed è proprio in quel tratto che, chi ama le due ruote, inizia ad intuire quale richiamo potrebbe avere una pista tutta così, sul Sebino.

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