Diventa pane quotidiano
l’aiuto con un’app

Consapevolezza non solo verso l’ambiente, ma anche verso gli altri, verso chi è in difficoltà, verso i più deboli è alla base della prima applicazione, un’app, che dal 15 febbraio è partita da Bergamo per evitare lo spreco di pane, per raccoglierne la produzione invenduta e destinata ogni giorno al macero, 80-100 kg.

L’iniziativa è stata spiegata da Ornella Pesenti, la giovane di 29 anni, che sull’ultimo numero della rivista di green economy eco.bergamo, racconta come grazie a un accordo con i panifici della città e della provincia quel pane sarà invece distribuito alle mense sociali, alle associazioni di volontariato, a chi ne ha bisogno.

Con Ornella Pesenti anche Vincenzo Ferrara, fra gli ideatori e i creatori, ha dato vita a questa applicazione, che oltre ad avere un forte valore di impresa sociale, rilancia con forza il concetto di prossimità, la volontà attraverso la tecnologia di creare reti fra persone, rapporti veri, di metterle in relazione fra loro evitando o cancellando l’isolamento fra persone.

Tecnologia, innovazione, impresa. E futuro. Passando dalle start up che il nostro territorio sa esprimere. È proprio a queste imprese, altamente innovative, che l’ex presidente dei Giovani industriali di Confindustria Bergamo, Marco Bellini, sprona la sua categoria a guardare con maggiore interesse. Il suo è un monito e al tempo stesso un appello che rivolge agli imprenditori più «anziani» del territorio: «Le nostre imprese, già strutturate, diventino culla industriale non solo per far decollare queste startup, ma soprattutto per far crescere una nuova generazione di industriali per il nostro territorio». Una svolta – spiega Bellini – decisiva per creare futuro, lavoro e occupazione al nostro territorio.

Ne parla approfonditamente il nuovo numero di eco.bergamo, la rivista green, specializzata sui temi della sostenibilità e delle questioni ambientali, in allegato gratuitamente dalla seconda domenica di ogni mese con il quotidiano L’Eco di Bergamo (chiedetene una copia in edicola).

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