Frattini Seriate, i lavoratori
intralciano l'uscita dei camion

Anche mercoledì, come hanno fatto martedì, i lavoratori in presidio permanente davanti alla Frattini di Seriate cercano di rendere difficoltoso, intralciandolo fisicamente, il transito in uscita dei camion dall'azienda. Temono (e i timori sono più che fondati) che negli automezzi che escono dallo stabile che lavorava in conto terzi ci siano macchinari venduti a pezzi, allontanando per sempre l'ipotesi che qualche acquirente possa rilevare questa parte di attività.

La Frattini di Seriate, storica azienda metalmeccanica che produceva macchine per la deformazione di contenitori cilindrici, occupava 192 persone. Lo scorso 4 giugno, dopo essere stata travolta dalla crisi, aveva presentato al Tribunale di Bergamo domanda di concordato preventivo (con richiesta di esercizio provvisorio fino al 31 agosto).

Nell'azienda era già in corso (per circa 120 lavoratori) una cassa integrazione ordinaria a rotazione. Da lunedì 12 ottobre fuori dai cancelli è allestito un presidio permanente, dalle 7 di ogni mattina fino alle 17 di ogni sera. Dopo che una parte di lavoratori è stata riassunta da Frattini Tech, la cessionaria del ramo d'azienda Metal Container, ad oggi ancora 100 lavoratori precedentemente in forza restano senza occupazione né prospettive reali. Per loro il periodo di cassa integrazione straordinaria finirà il 27 luglio prossimo.

«Chiediamo al commissario giudiziale Maria Rachele Vigani chiarimenti in merito al carico che vediamo uscire in queste ore», dice Margherita Dozzi della Fiom-Cgil. «La nostra preoccupazione è che la fabbrica si stia svuotando pezzo per pezzo, senza avere alcuna sicurezza sul destino industriale della parte in conto terzi, che non è ancora stata ceduta. Chiediamo anche di incontrare il commissario Vigani, che lunedì scorso non ha voluto avere un confronto con i rappresentanti Fim e Fiom in un incontro programmato, solo perché con i sindacati c'erano anche lavoratori che non appartenevano alla Rsu».

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