Alimentari, riparte l'export:
Bergamo è quinta in Lombardia

Ripartono le esportazioni lombarde di prodotti alimentari nel 2010 dopo la flessione registrata nel 2009, +4,1% in un anno. Tra le province lombarde Milano copre il 28,3% delle esportazioni regionali, mentre Bergamo è quinta, con il 7,4%.

Ripartono le esportazioni lombarde di prodotti alimentari nel 2010 dopo la flessione registrata nel 2009, +4,1% in un anno, e complessivamente superano il miliardo e mezzo di euro nei primi sei mesi. Tra le province lombarde Milano copre il 28,3% delle esportazioni regionali e il 45% delle importazioni per un interscambio di quasi 1,8 miliardi. Seguono Pavia e Mantova per le esportazioni (rispettivamente 14,9% e 10,2%). Per le esportazioni Bergamo è quinta, con il 7,4%.

Complessivamente la Lombardia nella prima metà del 2010 ha rappresentato il 20,9% delle esportazioni italiane di settore verso il mondo e il 28,6% delle importazioni. I prodotti lombardi, e bergamaschi, sono apprezzati soprattutto in Europa che assorbe da sola l'83,7% dell'export per un valore di 1,3 miliardi di euro, ma anche dal continente americano (7,3% del totale) e dall'Asia (6,1%). In crescita tra 2009 e 2010 le esportazioni verso l'Asia (+5,6%) e l'Europa (+4,7)%. Tra i prodotti più esportati, quelli lattiero-caseari (24,3%), i prodotti da forno (14,9%) e la carne lavorata e conservata (14,5%), inclusi i salumi.

Le imprese lombarde
Sono quasi 6.000 le imprese attive come industrie alimentari e delle bevande in Lombardia, il 10% del comparto italiano. A Milano ha sede circa una impresa su cinque (26,5%), una su sette a Brescia (14,3%), una su nove a Bergamo (11,4%).

I dati sono riassunti in  un'elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat 2010 e 2009 e su dati registro imprese 2009 in occasione del primo Forum internazionale Expo “Food security and agro-biodiversity”.

I progetti del Tavolo agroalimentare Expo della Camera di commercio di Milano
Sono 17 le proposte progettuali raccolte dal Tavolo agroalimentare per Expo avviato dalla Camera di commercio di Milano con il coinvolgimento di associazioni di categoria, istituzioni e aziende del settore agroalimentare.

Quattro i filoni progettuali seguiti: sviluppo innovativo delle imprese agricole, per renderle più competitive creando risparmi economici ed energetici attraverso l'innovazione e il trasferimento di know how tecnologico; agricoltura di prossimità, per riqualificare il territorio agricolo intorno a Milano attraverso la creazione di “filiere corte”, che aumentino l'efficienza della filiera agro-alimentare tra Milano e il Parco Sud, riducendo al minimo il percorso delle merci dal “campo” alla “tavola” (filiera del pane e filiera ortofrutticola); sostegno alla crescita delle imprese agroalimentari attraverso la valorizzazione dei prodotti Made in Italy, con la creazione di un network di negozi, come canale alternativo alla grande distribuzione organizzata, per incrementare l'accessibilità al mercato alle PMI agroalimentari, riduzione degli sprechi attraverso il recupero di alimenti inutilizzati dalla ristorazione ma ancora commestibili a scopi sociali, di sostegno a individui o famiglie in difficoltà economica.

I progetti delle imprese
Tra i diciassette progetti delle imprese, la filiera corta del pane, il risanamento delle cascine lombarde, la promozione dei prodotti lombardi tramite percorsi culinari nazionali ed internazionali, la creazione di nuovi canali distributivi che attivino contatti con la distribuzione locale a livello internazionale, il riutilizzo degli alimenti in eccesso della ristorazione a favore delle famiglie in difficoltà, l'uso più efficiente dei terreni agricoli tramite la tecnologia, la certificazione delle carni  in collaborazione con Agrimercati-Camera di Commercio, Università di Milano e Università de La Plata in Argentina, funziona con microchips, lettore collegato al Dna dell'animale per verificare se arriva dall'allevamento e dalla nazione descritta nel disciplinare con conseguenza di una forte garanzia per il consumatore.

“Il tema dell'alimentazione - ha dichiarato Carlo Franciosi, consigliere della Camera di commercio di Milano - tocca in modo diffuso le abitudini quotidiane dei cittadini e la qualità della vita e assume una rilevanza ancora maggiore in vista della Expo 2015. La Camera di commercio è tra i promotori di Expo e con i Tavoli per Expo coinvolge le imprese del territorio che sviluppano piani di lavoro in grado di generare indotto e creare fin da subito ricadute economiche. Oggi l'attenzione va proprio ai progetti alimentari e mirati allo sviluppo: in questo ambito il Tavolo agroalimentare, che presiedo, ha raccolto diciassette progetti mirati allo sviluppo innovativo delle imprese agricole, alla agricoltura di prossimità, alla valorizzazione del made in Italy, alla riduzione degli sprechi con il recupero di alimenti inutilizzati ma ancora commestibili. Una via concreta per promuovere la partecipazione delle imprese e l'attivazione di nuovi progetti che possono avere benefici territoriali ma anche a livello internazionale come previsto nello spirito di Expo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA