Ubi: -1.000 dipendenti nel 2015
Primi 3 mesi ok: utile +69,5%

Ubi Banca intende ridurre di mille unità il numero dei suoi dipendenti nei prossimi cinque anni. Lo si legge nella nota che dà conto degli obiettivi del piano industriale. Utile netto in crescita del 69,5% per Ubi Banca nel primo trimestre.

Ubi Banca intende ridurre di mille unità il numero dei suoi dipendenti nei prossimi cinque anni. Lo si legge nella nota che dà conto degli obiettivi del piano industriale. «Il piano - si legge - consente una riduzione netta di circa 1.000 risorse dell'organico del Gruppo, di cui 800 aggiuntive a quelle già previste per il 2011». L'organico scenderà così a 18.700 persone rispetto alle attuali 19.700.

«La riduzione netta - aggiunge Ubi - indicata include già peraltro oltre 1.000 assunzioni nel periodo di Piano, a sostegno del ricambio generazionale e per consentire le manovre gestionali sottostanti la crescita professionale e il miglior presidio territoriale».

Utile netto in crescita del 69,5% per Ubi Banca nel primo trimestre a 64,6 milioni di euro rispetto ai 38,1 milioni del primo trimestre del 2010. In aumento anche i proventi operativi a 862,5 milioni (+1,2%) mentre in contrazione risultano gli oneri operativi a 595,5 milioni (-3,5%).

Secondo i dati resi noti dall'istituto, gli indici patrimoniali1 sostanzialmente in linea con quelli di fine 2010: Core Tier 1 al 6,94%, Tier 1 al 7,45% e Total capital ratio all'11,12%. Crescono gli impieghi +5% a 102,7 miliardi, la raccolta diretta +6,5% a 104,8 miliardi, in calo la raccolta indiretta (-2,7%) a 78 miliardi. La raccolta totale aumenta del 2,4% a 182,8 miliardi.

Il consiglio di gestione di Ubi Banca ha esercitato la delega per l'aumento di capitale da un miliardo di euro, approvato dall'assemblea e ha fissato al 31 dicembre di quest'anno il termine ultimo di sottoscrizione delle nuove azioni. Il prezzo e le altre condizioni dell'aumento saranno fissate a ridosso dell'avvio dell'operazione. Ubi ha altresì disposto la presentazione alla Consob del prospetto informativo.

Ubi Banca promette di distribuire in dividendi più della metà dei suoi utili: il piano industriale 2011-2015 prevede infatti un pay out superiore 50% sull'utile di ogni esercizio. Il dividendo, si legge in una nota della banca, sarà «costantemente in crescita« mentre le cedole distribuite nell'arco del piano saranno «superiori all'ammontare dell'aumento di capitale» da 1 miliardo di euro.

Per quanto riguarda l'evoluzione della gestione nel 2011, «l'aumento dei tassi a breve termine dovrebbe favorire la ripresa del margine d'interesse nonostante l'aumento della pressione competitiva dal lato della raccolta, con conseguente incremento del costo che si prevede recuperare attraverso una costante azione di riprezzamento dei crediti verso la clientela». Per l'anno 2011, spiega Ubi Banca, «anche sulla base dei risultati del primo trimestre, è atteso un miglioramento della redditività dell`attività ordinaria rispetto all'esercizio 2010»

Ubi Banca punta a raggiungere un utile netto di circa 600 milioni di euro nel 2013 e di oltre 1,1 miliardi di euro nel 2015. Lo comunica la banca in una nota in cui illustra gli obiettivi del piano nuovo industriale 2011-2015. Ubi Banca stima una crescita dei proventi operativi netti (ricavi) a 4,2 miliardi di euro al 2013 (+6,6% l'aumento medio annuo) e a 5 miliardi al 2015 (+7,4%) e prevede di contenere i costi operativi nell'arco del piano a 2,5 miliardi annui, sostanzialmente in linea con i 2,4 miliardi del 2010.

Il risultato della gestione operativa salirà dagli 1,1 miliardi del 2010 a 1,7 miliardi nel 2013 (+17,9% annuo) e a 2,5 miliardi nel 2015 (+18,7%). Il rapporto tra costi e ricavi scenderà così dal 69,6% del 2010 al 58,8% del 2013 e al 49,7% del 2015. Nell'arco del piano migliorerà anche la qualità del credito con una riduzione, al 2015, di 29 punti base (da 69 a 40). I crediti deteriorati sono visti in calo da 5,3 miliardi nel 2010 a 4,9 nel 2015.

Per quanto riguarda gli indici di solidità patrimoniale, il common equity ratio salirà dall'attuale 6,95% all'8,2% nel 2013 e all'8,9% nel 2015. Un ulteriore cuscinetto di 64 punti base è offerto dalla possibile conversione del prestito obbligazionario convertibile, che porterebbero a 9,5% il Common Equity nel 2015. In presenza di uno scenario di tassi più favorevole di 50 punti base rispetto allo scenario ipotizzato nel piano i proventi operativi aumenteranno di circa 100 milioni al 2013 e 120 milioni al 2015.

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