Crisi, dall'inizio dell'anno
sono oltre 5.900 i licenziati

Sono oltre 5.900 le persone licenziate e in mobilità dall'inizio dell'anno. A ottobre, sottolinea la Cgil, sono stati approvati altri 695 inserimenti nelle liste, «ma per il Governo il problema non è trovare lavoro ma licenziare di più e più in fretta».

Sono oltre 5.900 le persone licenziate e in mobilità dall'inizio dell'anno. A ottobre, sottolinea la Cgil, sono stati approvati altri 695 inserimenti nelle liste, «ma per il Governo il problema non è trovare lavoro ma licenziare di più e più in fretta».

Nella riunione del 25 ottobre la Commissione Regionale per le Politiche del Lavoro - precisa il sindacato - ha approvato altri 695 ingressi nelle liste di mobilità: 242 per liste 223 e 453 per le liste 236.

In totale, da gennaio, sono 5.914 i licenziati per crisi aziendali in Bergamasca. Nello stesso periodo dello scorso anno erano 5.981: si registra quindi una lieve diminuzione, -1,1%, dovuta al calo delle mobilità 223  (1.985 contro 2.568, un calo del 22,7%), mentre sono aumentate le mobilità 236 (3.929 contro 3.413, +15,1%).

«Anziché porsi il problema di come creare nuove opportunità di lavoro - dice la Cgil - e dare una prospettiva alle migliaia di licenziati (che si sommano agli oltre 60.000 già nelle liste di disoccupazione in provincia di Bergamo) il Governo sta impegnandosi a rendere ancora più facile licenziare: un accanimento contro i lavoratori dipendenti e le loro famiglie che non aiuterà in nulla la ripresa. Licenziare già si può e si fa, come dimostrano i numeri nella loro cruda oggettività; quel che serve sono invece misure concrete per lo sviluppo, a partire dal settore dell'edilizia che ha il primato per numero di licenziamenti». 

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