Rottura del contratto sull'edilizia
Gli enti chiedono unità di intenti

In una nota congiunta, Ance Bergamo, Associazione artigiani di Bergamo, Cna e Lia, prendono posizione dopo la rottura sul rinnovo del contratto integrativo provinciale dell'edilizia, che coinvolge circa 18 mila lavoratori del settore.

In una nota congiunta, Ance Bergamo, Associazione artigiani di Bergamo, Cna e Lia, prendono posizione dopo la rottura sul rinnovo del contratto integrativo provinciale dell'edilizia, che coinvolge circa 18 mila lavoratori del settore. Per questo motivo domani pomeriggio è previsto un presidio di due ore e mezza davanti al Teatro Sociale di Città Alta in concomitanza con il convegno organizzato da Ance Bergamo.

Per le associazioni industriali e artigiani, «definire vergognosa la nostra proposta economica è un azzardo che il sindacato dovrebbe ragionevolmente evitare, anche perché l'insulto contraddice i buoni risultati su formazione e sicurezza richiamati dalle stesse organizzazioni sindacali in altra parte del loro comunicato». Le associazioni industriali e artigiane dichiarano di «non vergognarsi nel sostenere che la situazione del settore è pesantissima, che le nostre imprese si stanno letteralmente svenando per resistere e per mantenere entro i limiti dell'accettabile i livelli occupazionali. Non ci vergogniamo di sostenere che non ci troviamo in una situazione di crisi ciclica, bensì in un processo di trasformazione epocale che sta mettendo a durissima prova le fondamenta stesse del nostro settore. Non abbiamo alcuna voglia di seguire il sindacato nelle contumelie polemiche, perché nessuno più di noi è interessato al mantenimento delle proprie maestranze, sia in termini di occupazione che di reddito».

Non viene ritenuto vergognoso il comportamento di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, «ma ci preoccupa il limite di orizzonte del loro ragionamento, che lascia intendere un giudizio della crisi quasi fosse un brutto momento che prima o poi passerà. Non è purtroppo così e pensiamo che insieme, noi ed il sindacato, al di là dei riti e delle ostentazioni di forza, si debba ritrovare la consapevolezza dei momenti difficili e la forza di affrontare con il necessario buon senso la situazione. Per noi dubbi non ce ne sono più. Siamo uniti, Industriali e artigiani, decisi a difendere sino in fondo le nostre imprese, battendoci contro la crisi e l'inconsistenza sorda della politica, sicuri che oggi le priorità sono il mantenimento dei posti di lavoro e la crescita. Vorremmo che su queste priorità il sindacato fosse responsabilmente al nostro fianco. Alle nostre imprese non si può chiedere di più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA