Concordati, ora è boom
Caffi: il problema è il credito

E' boom di concordati preventivi in questa prima metà dell'anno. Un'impennata che è indice di una situazione di sofferenza delle nostre imprese, strette tra il calo degli ordinativi e la carenza di finanziamenti.

E' boom di concordati preventivi in questa prima metà dell'anno. Un'impennata che è indice di una situazione di sofferenza delle nostre imprese, strette tra il calo degli ordinativi e la carenza di finanziamenti.

Ma l'elevato ricorso al concordato preventivo - che rimette in carreggiata aziende in panne, garantendone la sopravvivenza e salvaguardandone, almeno in parte, i posti di lavoro - va anche ad aggravare il problema della già scarsa erogazione del credito da parte delle banche.

Lo strumento, infatti, alleggerisce la difficile situazione finanziaria delle aziende in crisi ma questo avviene a spese - oltre che dei creditori e dei fornitori che vengono pagati meno rispetto al dovuto - di un sistema bancario già avaro di aiuti alle imprese e dunque ancor più indisposto a darne. Ma a tagliare le gambe alle nostre imprese, oltre alla penuria di commesse e ordinativi, è anche l'estrema difficoltà ad attingere ai finanziamenti delle banche.

«Il problema del credito è enorme - dice l'avv. Mario Caffi - perché in questo momento l'erogazione del credito proprio non c'è. Dunque, non è tanto un problema di costo del denaro, di tassi, ma proprio di denaro che è praticamente inesistente. Anche chi va bene e ha fatto buoni bilanci, ha una difficoltà di accesso al credito che è spaventosa perché la banche non hanno liquidità».

Caffi non sa con precisione «se è una questione di non volontà o di impossibilità ma ho il timore che sia più credibile la seconda ipotesi. Le banche hanno bisogno di denaro per se stesse, quindi per le imprese ne resta ben poco. Una situazione terribile». Anche dalle associazioni d'imprese arriva un invito alle banche, dialogate di più: molti di noi sono allo stremo.

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