I risultati dell'Assemblea Ubi:
Moltrasio 7.318 voti, Resti 4.693

Si è dovuto attendere fino a mezzanotte per conoscere il risultato definitivo delle votazioni per il rinnovo del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca. Moltrasio ha conquistato 7.318 voti ed è diventato il nuovo presidente del Consiglio di sorveglianza, a Resti 4.693 voti.
All'interno la cronaca minuto per minuto

Si è dovuto attendere fino a mezzanotte per conoscere il risultato definitivo delle votazioni per il rinnovo del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca. Su 13.685 voti espressi, 7.318 (il 53%) sono andati alla lista ufficiale capitanata da Andra Moltrasio che così è diventato il nuovo presidente del Consiglio di sorveglianza. Seconda la lista «Ubi, banca popolare!» di Resti: con 4.693 voti (34%) ha ottenuto 5 consiglieri che si siederanno a fianco dei 18 della maggioranza.

La competizione - dopo l'inatteso annuncio di Giorgio Jannone che ha invitato i suoi a votare per la lista di Andrea Resti - è di fatto limitata alla lista ufficiale di Andrea Moltrasio, espressione del consiglio di sorveglianza uscente, e a quella di Andrea Cesare Resti (Ubi, Banca Popolare!). La lista di Jannone, «Ubi Banca, ci siamo», ha avuto comunque 1.548 preferenze (11%).

Iniziata puntualmente alle 9,30, l'assemblea di Ubi ha vissuto l'unico vero colpo di scena quando, poco dopo le 13, dal palco Jannone ha gettato la spugna con un invito, a chi aveva deciso di sostenere la sua lista, a spostare il voto su Resti. A suo parere era questo l'unico modo per battere la lista di Moltrasio.

Alle 13 erano arrivate in Fiera e registrate poco meno di seimila persone (5.947 per la precisione) in rappresentanza di 13.189 soci. Un numero di gran lunga superiore di quelli dell'anno scorso.

L'ingresso non ha creato problemi all'organizzazione, anche se qualche disagio si è visto nel quartiere (ne riferiamo a parte).  Per i partecipanti all'assemblea invece poche decine di metri di coda per arrivare ai banchi dell'accettazione allestiti nella tensostruttura esterna alla Fiera.

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LA CRONACA DELLA GIORNATA

18,15 - si chiude la prima parte dell'assemblea

18,00 - si discute il piano di incentivazione del top management mediante assegnazione di azioni ordinarie - approvato (6 contrari e 6 astenuti)

17,54 - delibera sulla renunerazione, lettura della relazione (8 contrari, 3 astenuti) - approvata

17,42 - relazione sulla remunerazione del consiglio di gestione: approvata (nessuno contrario, 2 astenuti)

17,37 - la relazione sulla remunerazione viene approvata

17,30 - Lettura della relazione di bilancio - si apre la discussione, ma non ci sono iscritti.  La proposta di destinazione e distribuzione dell'utile viene approvata (1 contrario, nessun astenuto)

17,20 - Distribuzione dell'utile, interviene il presidente dell'assemblea: utile 223 milioni; meno le riserve e altre voci (651 mila euro vanno a scopi benefici), utile da distribuire 45 milioni; quindi un dividendo di euro 0,05 per azione ordinarie con godimento 1° gennaio 2012. 

17,15 - proposta di bilancio e distribuzione dell'utile: il consiglio di sorveglianza ha approvato il bilancio.
Interviene brevemente Emilio Zanetti: utile netto di 83 milioni, dopo aver spesto gli incentivi ll'esodo. Tenuta dei ricavi: proventi per 3.500 milioni, anche grazie all'apporto della finanza. Risultato di gestione cresciuto del 20%. Minori volumi di impieghi: meno richieste e politiche selettive. Cresce la raccolta da clientela ordinaria.

17,12 - si vota sulla remunerazione nei membri del consiglio di sorveglianza (1 solo voto contrario, 9 astenuti), la deliberazione viene approvata


Ecco gli interventi dei soci (82 gli iscritti a parlare, 3 minuti ciascuno), e dei rappresentanti delle liste (10 minuti ciascuno) che abbiamo rccolto nel corso della giornata:


17,10 - si chiude il dibattito

17,07 - spazio alle repliche

16,37, la parola al consigliere delegato, Victor Massiah - «Provo - ha detto Massih - a riassumere le risposte che tengo a dare alle domande presentate a questa assemblea.
Abbiamo perso 100 mila clienti? No 5 mila, perché siamo usciti dal prestito al consumo: non li abbiamo persi, semplicemente non ci sono più.
Diamo soldi solo alle aziende più grandi? Nel 2007 le prime aziende avevano il 5% degli impieghi, ora hanno solo il 2,9%. Bisogna attenersi ai numeri.
Sofferenza del credito? La nostra banca è quella che ha meno sofferenze di tutte le altre banche. Questa non è cattiva gestione.
La finanza speculativa: siamo scesi nella detenzione di titoli di Stato italiani.
Intesa San Paolo, persi 600 milioni? Il valore delle azioni portate in Ubi era di 2,4, poi saliti a 5. Da lì si è perso, ma sono arrivati anche dividendi per 150 milioni.
Le risorse diminuite? Sì, è vero: me ne dispiaccio. Vorrei essere chi crea occupazione invece che disoccupazione. Ma è stata la riduzione del personale meno violenta di tutto il settore.
Per le genzie di rating siamo la seconda o terza banca italiana per qualità e quella che ha il minore rischio di default. Il titolo è sceso? C'è un solo titolo che ha fatto meglio del nostro sul mercato». Poi un ringraziamento al gruppo dirigente, ai dipendenti (innamorati del loro lavoro), a chi h organizzato l'assemblea.

16,45 - Giacinto Musicco è stato l'ultimo socio a intervenire. Il dibattito ha visto 67 interventi, perché strada facendo qualcuno degli iscritti ha rinunciato.

16,08 - Luigi Bresciani - segretario dell Cgil di Bergamo: «Ogni giorno licenziamenti, in Italia e in Bergamasca. Ogni ulteriore restrizione del credito alle famiglie va evitato. Ubi deve scegliere se restare qui in Italia ad aiutarele imprese che decidono di investire, di dare lavoro. Stimiamo Moltrasio, ma troviamo interessanti alcune proposte di Resti. È moralmente inaccettabile che qualcuno prenda in pochi mesi quello  che un lavoratore chiede per un mutuo che restituirà in 25 anni. È populismo? Sono populista. Ma questo è moralmente inaccettabile».

15,25 - Alberto Bercella - presidente Confindustria Lombardia - «Devo esprimere gratitudine per tutto quello che la banca ha fatto. La fiducia è il più grande partimonio di una banca: ma ci deve essere serenità,e deve terminare il periodo dei contrasti».

14,56 - Giorgio Jannone (intervento di 10 minuti): «Il clima, signor presidente, dopo l'apertura dei seggi è ben diverso. Non ho avuto il tempo di consultare i miei candidati prima di prendere questa decisione. Io voterò per Resti. Chiediamo a chi verrà eletto che tenga conto dei nove punti sui quali avevamo deciso di puntare. Rappresento le persone di ogni ceto sociale, a partire dai dipendenti maltrattati, vessati, trasferiti o licenziati; per questo mi sono espresso anche con toni forti. Il nostro obiettivo è anche il sostegno del titolo, titolo che garantiva sempre un dividendo: invece si sono impoverite tante famiglie, artigiani, commercianti. Bisogna ridurre il numero e i compensi degli amministratori (22 milioni non sono sostenibili). Bisogna aiutare le piccole aziende di Bergamo, delle valli, non solo i grandi gruppi come Brembo (e ben vengano tante Brembo). Dei soldi della Bce poco o nulla è arrivato alle aziende o alle famiglie: provi chiunque a chiedere un leasing... La banca deve essere una cooperativa vera, non solo di facciata, deve avere fra le sue rappresentanze anche i lavoratori».

«Questa assemblea - ha concluso Jannone - ha tanti motivi per essere annullata: ma è anche vero che abbiamo mosso tante persone per portarle qui a confontarsi. dovrò pensarci bene, e poi decidere». Jannone alla fine si è tolto qualche sassolino, parlando «delle firme della sua lista passate al microscopio per ore, mentre quelle delle altre sono state accettate in 10 minuti».

14,27 - Ettore Ongis - a nome del Comitato Bergamo Popolare - ha parlato di un'assemblea storica perché tante persone hanno vissuto questo cambiamento come una responsabilità. La banca è una realtà imponente, ma Ubi deve innovarsi: lo sa bene anche il gruppo storico. È il momento che diverse sensibilità diventino una sola: si realizza facendo diventare strada comune ciò che offre i risultati migliori. Il metodo Bergamo è quello migliore. Bisogna superare steccati, invidie e rivalità.

14,15 - Proseguono gli interventi dei soci: da alcuni l'invito, a chi sarà eletto, a tenere in considerazione le esigenze anche dei soci che non si riconoscono nella lista che uscirà vincitrice. Altri hanno espresso preoccupazioni sul futuro, tanti invece hanno sottolineato il mancato sostegno alle imprese locali. Stigmatizzata la riduzione degli impieghi, sottolineato l'errore di investire i fondi ricevuti dalla Bce in titoli di Stato invece che metterli a disposizione di aziende e famiglie del territorio. Di contro - secondo alcuni - sono state tenute immobilizzate grandi quantità di denaro in pochi gruppi, magari in crisi.

Andrea resti concorda - La decisione di votare subito è stata giudicata di «buon senso» anche da Andrea Resti, la cui lista, dopo il ritiro di Giorgio Jannone, è l'unica rimasta in campo a sfidare quella del consiglio uscente. «Se il socio vuole, può continuare ad ascoltare prima di votare: non c'è una lesione del diritto ad essere informato», ha spiegato Resti a margine dell'assemblea.

13,45 - Si aprono i seggi: il presidente Calvi decide, visto il numero limitato delle obiezioni presentate, di aprire i seggi per le votazioni. Solo 263 soci su oltre 13 mila intervenuti, in proprio o per delega, hanno infatti chiesto che prima di aprire le urne si chiudesse la discussione. Poi riprendono gli interventi dei soci.

13,25 - dibattito fra il presidente Calvi e Jannone. Calvi invita chi non vuole aprire i seggi a indicare la sua scelta.

13,20 - Giorgio Jannone: «Buona parte dell'assemblea vuole votare subito, non possiamo non prenderne atto. Ritengo sia una forzatura: nella ricerca di una soluzione che voglia ottemperare al volere della stragrande maggioranza dei soci, riservandoci di impugnare l'assemblea, apra pure al voto. Ci riserviamo tutte le azioni legali e giurispridenziali anche se ora non vogliamo ostacolare la decisione in assemblea. Io, considerata la forza della lista Moltrasio, invito chi sostiene la nostra lista a votare per Resti: è l'unico modo per contrastare lo straopotere di questo consiglio».

13,12 - Giuseppe Calvi ha invitato al conteggio dei contrari e degli astenuti all'apertura delle votazioni, riservandosi poi di decidere. Nel frattempo ha comunicato che i soci sono 13.189: 5.947 presenti, 6.995 per delega, 247 per rappresentanza legale. 

13,01 - Il presidente sospende temporaneamente i lavori dell'assemblea

12,50 - Vivace protesta di Luigi Mascolo e di altri soci contro l'anticipo della votazione. Fra fischi e applausi tanti interventi spot: non può comprimere la discussione;  atto illegittimo; attentato alla democrazia; voglio che ascoltino anche me prima di votare, ho fatto 350 chilometri per farlo; ci sono le guardie giurate che non fanno entrare i soci; votiamo per appello nominale; aprite le votazioni se no me ne vado; chi ha controllato se i soci nell'atrio hanno alzato la mano?

12,45 - Cesare Giardino - chiede a che punto siamo arrivati. Il presidente: 80 iscritti, siamo al 24° intervento. Giardino: apriamo le urne per le votazioni? Segue un applauso. Accertamento: 5-6 voti contrari. Qualche urlo in sala.

12,40 - Ezio Falco - Fondazione Cassa Risparmio Cuneo: siamo qui per dare fiducia al rinnovamento nella continuità. Siamo per un futuro capace di dare risposte alle imprese alle famiglie. Appoggiamo la lista Moltrasio: lista che unisce tutti i territori; non è un match fra Bergamo e Brescia.    

Come lui altri piccoli azionisti hanno invitato i presenti a rompere con il passato, chi spingendo per la lista di Resti, chi per quella di Jannone.

12,25 - Aurelio Marcellini: ha portato la voce del piccolo azionista, ha posto l'accento sulla scarsa attenzione riservata ai piccoli, mentre si finanziano con somme esagerate le grandi aziende come Rcs. Richiamato all'ordine dal presidente dell'assemblea, il socio ha concluso invitando tutti al cambiamento.

11,59 - Vilma Marrone: le banche hanno operato con vecchie ricette, basta chiusure, basta esuberi, basta politiche a breve termine. Innovare per crescere, supportare le piccole e medie imprese. Credere nei dipendenti, valorizzando qualità e meriti.

11,50 - Carlo Mazzoleni (Confindustria Bergamo): abbiamo cercato risposte e soluzioni per aziende e risparmiatori. Le imprese sono il vero asse strategico del territorio. Qui Ubi dovrà guardare con sempre maggiore attenzione. Ubi è stata sicuramente protagonista in questo periodo. È stata fatta buona finanza per creare nuove opportunità: tutto questo è coesione sociale. La disponibilità a lavorare insieme dovrà essere rafforzata in futuri: devono essere archiviati argomenti e toni da campagna elettorale.

11,43 - Attilio Granelli (Fabi): non spetta alle organizzazioni sindacali sceglie la governance, ma bisogna pensare a un gruppo dirigente che valorizzi le grandi professionalità dei dipendenti.

11,29 - Moltrasio rinuncia alla replica, parola a Resti
Moltrasio, che era appena intervenuto, ha rinunciato alla replica. La parola a Resti per tre minuti: «Ho sempre detto che gli amministratori meritano rispetto, ho parlato di compensi dei top manager parametrati ai livelli più bassi e a ho posto tante domande. Nessuna risposta. Ci sono conflitti di interesse, che vanno risolti. Si rimane Banca Popolare se si genereano profitti per le famiglie...».

11,27 - L'intervento di Giorgio Jannone - Ubi Banca, ci siamo
«Sono uno tra i novemila soci, io sono il numero 53 della lista, interverrò in quel momento». Jannone aveva 10 minuti, più tre per la replica ma ha deciso di rinviare l'intervento.

11,16 - L'intervento di Andrea Moltrasio - Lista ufficiale
«Grazie agli amministratori uscenti. Essere stati vicini a loro è stato un privilegio di cui non voglio oggi disperdere il valore morale. Il rinnovamento: modernizzazione di una banca come questa vuol dire rigettare l'autoreferenzialità e conquistare posizioni per merito. La nostra squadra è nel concetto di modernizzazione: ha un'età media di 10 anni più bassa, con backgroung professionale acclarato. Il primo punto è mantenere e rafforzare la solidità patrimoniale. Le polemiche impongono di ripristinare subito la fiducia: il clima di polemiche danneggia la banca. Dobbiamo ripristinare la fiducia di soci e risparmiatori. Siamo qui per dare risposte, per risolvere problemi, con metodo scientifico e etico. La fiducia si riacquista anche con grande passione civile: non bisogna solo assistere a quello che accade sul territorio. Prima di tutto devono venire gli interessi della banca: semplificazione, contenimento dei costi, ma senza polemiche. Il territorio chiede iniziative e vicinanza: bisogna però cogliere l'opzione globale di un mondo sempre più piccolo. Bisogna pensare localmente e agire globalmente: bisogna aiutare i piccoli, gli artigiani a entrare nel mondo. Serve una vera democrazia economica».

11,05 - L'intervento di Andrea Resti - Ubi, Banca Popolare!
«Ho parlato poco in queste settimane, ho ascoltato molto. Fare banca vuol dire dare l'esempio, tagliando i costi. Non bisogna fare finanza, bisogna restare legati al territorio, fare veramente banca. Il top management deve legare la propria retribuzione a quello della base: si deve crescere, ma tutti insieme. Si rispetti chi lavora: voglio una banca dove si entra cassieri e si può uscire da amministratori. Bisogna rompere col passato. Siamo persone libere, abbiamo voglia e capacità di cambiare. Cerchiamo i voti uno a uno, non a grappoli. Un ricambio è necessario. I dirigenti devono presentarsi con le maniche rimboccate. Non bisogna confondere la banca con i suoi amministratori pro tempore. Oggi potete scegliere, il voto è segreto. Non votatemi se mi credete incapace o disonesto, non dovete avere avete paura».

11 - Tre le liste in campo, 4.518 presenti
Il presidente dell'assemblea, Giuseppe Calvi, illustra i metodi e i tempi degli interventi. Spiega ai soci il funzionameto e il regolamento per l'elezione. Intanto aumenta il numero dei presenti. I soci rappresentati sono 9.261: 4.518 in proprio, 4.581 per delega, 168 in rappresentanza legale.

10,25 - Sale il numero dei soci presenti
Il presidente Calvi, intorno alle 10,25, ha confermato che il numero dei presenti è salito a circa 7.400: 3.731 presenti in proprio, 3.532 per delega, 137 in rappresentanza legale.

10,05 - L'intervento di Emilio Zanetti
Intorno alle 10,05, espletate le pratiche di rito e letto l'ordine del giorno, è iniziato l'intervento di Emilio Zanetti che, confermata la sua decisione di lasciare dopo 28 anni, ha voluto sottolineare: «Affido ai successori una banca che non ha subito condizionamenti di sorta, né politici, né economici, né di alcun altro tipo».

Zanetti ha invitato i soci a superare le tensioni e a guardare avanti per «svolgere tutti un'opera improntata alla più efficace collaborazione in un clima fattivo e coinvolgente».

Concludendo il suo ultimo discorso Zanetti ha ringraziato prima di tutto i clienti, poi il personale della banca: una banca che - ha detto - deve restare una banca popolare cooperativa. «Dedicate il vostro lavoro a rendere coeso un gruppo tra i maggiori in Europa. Il 2013 sarà ancora un anno complesso, ma si potrà superare con una sana e prudente gestione».

L'intervento si è concluso con gli applausi dei presenti, durati un paio di minuti.

9,30 - Si inizia puntualmente
L'assemblea è iniziata senza alcun ritardo. Presidente dell'assemblea Giuseppe Calvi, vicepresidente vicario del consiglio di sorveglianza di Ubi. Intorno alle 9,45 ha comunicato il numero dei soci presenti: in totale 5.332, 2.784 presenti di persona, 2.457 per delega, 21 per rappresentanza legale.

Prima dell'assemblea
L'apertura degli accreditamenti era prevista poco dopo le 7,30: 21.420 le richieste, che però si sono ridotte per via delle deleghe. Erano attese circa 8 mila persone. Sulla riduzione potrebbe aver influito il maltempo, sicuramente non ha influito l'organizzazione che ha retto senza problemi l'«onda d'urto» dell'arrivo dei soci, concentrato in particolare intorno alle 9.

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