Negozi aperti 25 Aprile e 1° Maggio
Contrari sindacati e Confesercenti

Confesercenti e sindacati sono d'accordo, sia pure con sfumature diverse: no alle aperture dei negozi nelle prossime festività, sia il 25 aprile, sia - soprattutto - il 1° Maggio, festa del lavoratori, giorno nel quale è stato proclamato lo sciopero dei lavoratori del commercio.

Confesercenti e sindacati sono d'accordo, sia pure con sfumature diverse: no alle aperture dei negozi nelle prossime festività, sia il 25 aprile, sia - soprattutto - il 1° maggio, festa del lavoratori, giorno nel quale è stato proclamato lo sciopero dei lavoratori del commercio. Ecco i due comunicati.

Confesercenti
«In alcune città italiane ci saranno manifestazioni di contrarietà alle aperture dei negozi durante le festività del 25 aprile e del 1° maggio (Milano, Firenze). Anche a Bergamo si sta delineando, grazie alla raccolta firme sull'iniziativa di Liberaladomenica promossa da Confesercenti e dalla Cei - e che ha trovato il sostegno di Aspan, Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil - il fronte del no alla liberalizzazione degli orari e delle aperture dei negozi prevista dal decreto Salva Italia».

«Un no che, come ribadito dai promotori nel corso della recente assemblea elettiva di Confesercenti Bergamo, non vuole essere "una rivendicazione corporativa, ma espressione del bisogno di recuperare alcune regole che consentano a grandi e piccoli distributori di convivere sul mercato"».

«Il 25 aprile e il 1° maggio sono l'occasione giusta per ribadire il concetto. "Bisogna rispettare il significato e il valore sociale di queste feste - sottolinea Giorgio Ambrosioni, Presidente di Confesercenti Bergamo - in questi giorni stiamo contando le firme raccolte nell'ambito dell'iniziativa Liberaldomenica e possiamo anticipare che siamo andati ben oltre le aspettative iniziali. Un successo che ci conferma nella responsabilità di rilanciare l'urgenza di trovare anche a Bergamo un momento di confronto con le Istituzioni e le parti sociali per costruire un'intesa, peraltro già tentata nel recente passato, che al di là del quadro normativo esistente, salvaguardi almeno un certo numero di festività religiose e laiche radicate nell'identità del Paese. Le aperture domenicali e festive non possono restare del tutto deregolate, ma vanno concertate territorio per territorio"».

«Serve un'opportuna contrattazione a tutela dei negozi di vicinato e che sia rispettosa dei valori civili e religiosi, nei quali anche le nostre imprese si riconoscono».

Sindacati
«Anche nel corso del 2013, che si preannuncia anno nuovamente difficile per il settore commerciale, le organizzazioni sindacali del commercio di Bergamo denunciano con forza la moda sempre più imperante del "sempre aperto", e lo fanno in vista della data simbolo di questa lotta, il 1° maggio, festa del Lavoro».

«A seguito, infatti, dell'entrata in vigore dei contenuti delle leggi sulle liberalizzazioni commerciali si è creata nel tempo una sorta di rincorsa al prolungamento delle aperture giornaliere, domenicali e festive della quale subiscono le conseguenze i lavoratori impossibilitati a programmarsi una vita normale soprattutto in assenza di servizi ed assistenze mirate».

«Mentre da un lato, infatti, la crisi ha determinato la chiusura di negozi e catene commerciali dall'altro la ricerca del profitto o della difesa dello stesso, nel modo più semplice (aumento delle aperture e contrazione degli organici) e non nell'ambito di una politica commerciale programmata, ha determinato l'aumento delle ore e delle giornate lavorative per i lavoratori occupati a scapito di un'occupazione complessiva nel settore che non cresce bensì si contrae. A fronte, infatti, di catene commerciali che aumentano le aperture con la medesima forza lavoro, non reggono i piccoli o medi esercizi commerciali fuori e dentro i centri commerciali».

«Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Bergamo hanno più volte espresso la più netta contrarietà alla apertura dei Centri Commerciali e degli esercizi commerciali in occasione delle festività. "La decisione dell'apertura nel giorno di Festa del lavoro - denunciano infatti Romeo Lazzaroni, Alberto Citerio e Maurizio Regazzoni, rispettivamente segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs) - è figlia del Decreto Liberalizzazioni del Governo Monti, che dà la possibilità a ciascun esercizio commerciale di aprire quando vuole senza limiti di giornate od orari"».

«"La competizione selvaggia, dovuta alla concentrazione sempre più elevata di centri della distribuzione, disegna una strategia commerciale aggressiva di cui fanno le spese i piccoli commercianti, il territorio, i lavoratori. Il 1° maggio è una giornata di grande valore simbolico per tutti i lavoratori e il mondo del lavoro, elementi fondativi della nostra Repubblica"».

«"L'assimilazione del 1° maggio a una normale giornata di attività e di consumi rappresenta uno svilimento del suo valore. Per questo ribadiamo che il 1° maggio non si lavora! Il lavoro festivo – concludono i tre segretari - è, se previsto dal proprio contratto, straordinario e volontario. Si invitano tutti i lavoratori alla mobilitazione ed a partecipare alla manifestazione e al corteo che si terranno come da tradizione nel centro di Bergamo, per un'occasione di festa e di ritrovo"».

«Per garantire a tutti i lavoratori la possibilità di celebrare la Festa del lavoro, per quei lavoratori che hanno, da proprio contratto individuale, l'obbligo del lavoro festivo, le tre sigle sindacali proclamano lo sciopero per l'intero turno di lavoro nella giornata di mercoledì 1° maggio 2013».

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