Il part-time a molti non piace
«È una opportunità anticrisi»

Una maggiore diffusione della cultura del lavoro part-time potrebbe dare un contributo significativo per superare la crisi occupazionale in atto. Se ne parla sui Quaderni di Giurisprudenza del lavoro, pubblicazione dell'area Lavoro e previdenza di Confindustria Bergamo.

Una maggiore diffusione della cultura del lavoro part-time potrebbe dare un contributo significativo per superare la crisi occupazionale in atto. La disciplina dell'istituto e le sentenze del Tribunale di Bergamo e della Corte d'Appello di Brescia in materia sono al centro dell'ultimo numero dei Quaderni di Giurisprudenza del lavoro, pubblicazione semestrale promossa dal Coordinamento giuridico dell'area Lavoro e previdenza di Confindustria Bergamo.

Il part-time, sottolinea Stefano Malandrini, direttore della collana e responsabile dell'area sindacale di Confindustria Bergamo, «è uno degli strumenti più utili per favorire pratiche di "welfare" aziendale e coordinare in modo equilibrato tempi di lavoro e vita familiare, in particolare per studenti e lavoratrici madri».

In questi ultimi anni, prosegue, «la normativa ne ha agevolato l'utilizzo; ad esempio è stata ridotta la rigidità riguardo alla distribuzione dell'orario: oggi è possibile adeguarlo alle esigenze aziendali modificandone durata e collocazione giornaliera o settimanale. Ciò è un vantaggio per l'azienda e il lavoratore, ma è anche un volano per la diffusione di questa forma di lavoro».

Superati i timori delle aziende legati alla rigidità dell'orario, le imprese sono più disponibili nel valutare le richieste.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 3 novembre

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