Centri impiego: 74.484 iscritti
Un progetto Cisl per le due valli

Aumenta il numero degli iscritti ai Centri per l'impiego: nelle valli sono 14.307, su 74.484 dell'intera provincia. La situazione peggiore è nelle valli dove gli iscritti sono aumentati nell'ultimo anno rispettivamente del 19,5% a Zogno e del 18,8% nei Centri di Albino e Clusone.

Aumenta il numero degli iscritti ai Centri per l'impiego: nelle valli sono 14.307, su 74.484 dell'intera provincia. La situazione peggiore è nelle valli dove gli iscritti sono aumentati nell'ultimo anno rispettivamente del 19,5% a Zogno e del 18,8% nei Centri di Albino e Clusone.

Per lo sviluppo di Val Brembana e Val Seriana scende in campo la Cisl, che ha presentato un progetto che coinvolge lavoro, turismo, gree economy e sociale.

A quasi dieci anni di distanza dall'allarme lanciato, dalla segreteria Cisl di allora, sullo stato di salute della Valle Brembana, e a cinque dal propagandato Piano per la Valle Seriana, che ha avuto persino l'onore di un'audizione in Parlamento e per il quale in molti hanno giurato impegno e sacrificio - si legge in un comunicato - ci ritroviamo a parlare  della situazione critica delle due maggiori valli della provincia bergamasca, un tempo “gioiellini” dell'economia orobica, con il distretto del tessile e del legno, che da soli quasi davano lavoro a ogni famiglia.

La destrutturazione del sistema economico iniziata nel 2008 che sta coinvolgendo il nostro Paese ha provocato infatti un forte rallentamento anche dell'economia bergamasca, ma ancor più ha coinvolto le valli della nostra provincia. In particolare si assiste ad una accentuata deindustrializzazione dei territori della Val Seriana e della Val Brembana, in contrasto con la pianura bergamasca, che puà contare su più infrastrutture per la mobilità.

Al venir meno delle opportunità lavorative è legato il rischio di spopolamento specie nei comuni dell'alta valle, oggi sempre più abitati da persone anziane Nei 40 comuni seriani risiedono circa 140.000 abitanti di cui circa 65.000 occupati, mentre nei 38 comuni brembani risiedono 40.000 abitanti di cui 19.000 occupati.

Il tasso di occupazione medio della provincia di Bergamo e del 63%, quello della Valle Seriana del 51 %, della Valle Brembana del 49%.
Nel periodo 2008-2010 in provincia di Bergamo (escluse le due valli) il saldo negativo fra cessazioni e avviamenti al lavoro è stato di 1.000 unità; nello stesso periodo in Val Seriana è risultato di 600 posti e in Val Brembana di 500, per un delta negativo totale di 1.100 posti di lavoro.

Questo declino è poi continuato anche negli ultimi 2 anni con una perdita di 13.000 occupati a livello provinciale innalzando la soglia di disoccupazione al 7%. Fino a raggiungere i dati attuali.

Nelle liste provinciali della mobilità a fine 2012 figuravano 9.105 iscritti di cui l.634, pari al 18% del totale, appartenenti ai CPI delle due valli. La ragione dell'aggravarsi della crisi occupazionale è sicuramente legata al processo di deindustrializzazione in corso da anni che ha coinvolto importanti realtà industriali del tessile, della meccanica e delle costruzioni col relativo indotto, contribuendo a mettere in sofferenza il territorio già in difficoltà per la carenza di adeguati servizi e infrastrutture a reggere i cambiamenti economici.

Ciò ha evidenziando anche la difficoltà della popolazione a mantenere la residenza nei luoghi di origine preferendo spostarsi verso centri abitativi più grandi dotati di servizi (scuola, sanità, cultura).

Tenendo conto di questi fattori e cifre, la Cisl di Bergamo ha messo a punto un  progetto integrato di politiche del lavoro per lo sviluppo delle valli Seriana e Brembana, che ha presentato oggi in una conferenza stampa.
Innanzitutto, la Cisl di Bergamo ritiene di primaria importanza che sia salvaguardata l'esperienza dello “Sportello Lavoro” di Albino e che la stessa venga estesa alla Val Brembana.

Allo stesso tempo ritiene debba essere portato a sintesi positiva il protocollo di intesa con la Provincia di Bergamo e le parti sociali per l'attuazione di misure di politiche attive destinate alla riqualificazione e reimpiego dei lavoratori in mobilità della Val Brembana.

“La risposta a questi snodi - hanno detto Ferdinando Piccinini e Giacomo Meloni, segretario generale e segretario responsabile delle politiche per il lavoro della Cisl orobica - è quella di costruire le condizioni per un nuovo sviluppo territoriale che sappia offrire qualificate opportunità di lavoro, che sia il segnale concreto e positivo sulla effettiva capacità del sistema complessivo bergamasco di riposizionamento sui mercati.
Per assumere con coraggio questa sfida e per proporsi come territorio in grado di produrre progetti e sperimentazioni che incentivino nuovi investimenti, occorre esprimere un alto grado di condivisione dove tutti i soggetti interessati dalle istituzioni locali alla CCIAA, al sistema creditizio, alle parti sociali si assumono precisi compiti e responsabilità.
Occorre che si abbandonino ritrosie e piccoli interessi di bottega che più o meno velatamente condizionano una visione e un progetto strategico più complessivo da parte degli attori dell'economia bergamasca, superando definitivamente la sterile discussione tra piccola e grande impresa, tra manifattura e servizi”.

La finalità del progetto presentato è la realizzazione di alcune azioni concrete per contrastare la caduta dei livelli occupazionali del settore manifatturiero e “per dare un impulso significativo ai servizi del terziario, in particolar modo nell'ambito della valorizzazione del patrimonio turistico-ambientale ai servizi alla persona e alto sviluppo delle fonti energetiche alternative. Ciò richiede un effettivo coordinamento tra associazioni di imprese, enti locali, agenzie di formazione e di erogazione dei servizi all'impiego per la realizzazione di un programma di lavoro articolato in quattro direzioni: lavoro, turismo, green economy e sociale”.

Le iniziative indirizzate al lavoro e alla formazione trovano nello Sportello Sviluppo un importante punto di riferimento, “sia per il supporto alla gestione delle doti, ammortizzatori sociali rivolte ai lavoratori delle aziende in cassa integrazione, sia per i servizi di accompagnamento al lavoro per i giovani alla ricerca del primo impiego e per quelli che intendono reinserirsi nel mercato del lavoro. La sfida in tempi di crisi è quella di creare nuova occupazione anche attraverso percorsi di formazione all'auto-imprenditorialità, e la promozione di forme associate come quella cooperativa”.

Un'azione indirizzata al turismo potrebbe essere mutuata dall'esperienza di PromoSerio, agenzia per la promozione degli aspetti culturali museali, quelli relativi alla ricettività e all'accoglienza dei turisti, alle strutture sportive. Un'altra linea da sviluppare nell'ambito del turismo è quella della gestione delle seconde case.

Sull'onda del patto sottoscritto dai sindaci a livello Ue, si propone “la realizzazione di impianti fotovoltaici e pannelli solari a partire da un piano di conversione energetica degli edifici pubblici presenti nelle valli, opportunamente censiti per poter stimare l'impatto economico e occupazionale dell'iniziativa. Andrebbero inoltre recuperate e messe in rete le numerose centrali idroelettriche che hanno contribuito alto sviluppo industriale delle valli”.

Un'azione specifica rivolta al settore sociale riguarda la domanda di assistenza famigliare in forte espansione per effetto della dinamica demografica che evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione. A questo proposito “è richiesto un nuovo modello di intervento basato sulla erogazione di servizi qualificati in grado di creare nuova occupazione piuttosto che limitarsi alla pur importante assegnazione di contributi individuali”.

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