Dalla Regione arriva la dote lavoro
Domande boom da settembre

La sfida è trovare nuovi posti di lavoro, anche se il momento non aiuta. Regione e parti sociali, però, ci provano. Gli accordi che hanno siglato negli ultimi mesi, in particolare quello del 16 giugno per le politiche attive di formazione e reimpiego, hanno portato a definire la «dote lavoro ammortizzatori sociali» che si accompagna alla cassa integrazione in deroga e ha a disposizione un finanziamento complessivo per tutta la Lombardia di 100 milioni di euro per puntare quantomeno ad aumentare e diversificare le competenze professionali dei lavoratori coinvolti da situazioni di crisi. Lo strumento sta muovendo i primi passi ed è aperto il confronto per verificare e correggere eventuali punti di criticità.

A livello provinciale, ad esempio, si sta mettendo in moto un coordinamento che vede coinvolti, a fianco della Provincia e dei suoi centri per l'impiego, i sindacati Cgil, Cisl e Uil e gli enti formativi accreditati. In tutte le zone stanno partendo dei tavoli territoriali per mettere a punto una gestione che consenta da una parte di individuare i corsi più adeguati in ogni area della provincia e dall'altra di evitare frammentazioni e dispersioni, cercando di coordinare, ad esempio, i percorsi formativi per i lavoratori di una stessa azienda. Nei giorni scorsi si è partiti con Treviglio e via via si procederà con i tavoli per ogni area servita dai centri per l'impiego: Albino, Bergamo, Clusone, Grumello del Monte, Lovere, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, Trescore e Zogno.

L'avviso regionale per partecipare alla dote è uscito il 1° luglio e per ora, a quanto risulta, le domande sono ancora limitate, anche perché nei giorni scorsi un decreto integrativo ha introdotto alcuni correttivi. L'ondata di lavoratori che chiederanno di accedere alla formazione è attesa per settembre e ci si sta organizzando per rispondere al meglio alle esigenze che emergeranno. Già ora si può stimare che solo in provincia siano centinaia i lavoratori potenzialmente interessati alla dote, diventata obbligatoria dal mese scorso e anche su questo punto è stato introdotto un aggiornamento: l'opportunità della dote, infatti, stando al contenuto dell'ultimo decreto, è stata estesa anche ai lavoratori interessati da domande di cassa in deroga presentate prima del 4 giugno, con un conseguente adeguamento delle scadenze per accedere ai percorsi di formazione. L'indicazione più attesa, confermata dal decreto integrativo, era la neutralizzazione del termine di 45 giorni dato ai lavoratori per potersi rivolgere a uno degli operatori, pubblici o privati, accreditati dalla Regione (sono 67 le sedi operative solo in provincia) per definire il proprio percorso di riqualificazione professionale detto Pip: Piano di intervento personalizzato.

In pratica, dal momento che ad agosto l'attività rallenta e per i lavoratori potrebbe essere difficile trovare interlocutori per attivare il servizio di formazione, il mese estivo non sarà conteggiato per arrivare alla scadenza dei 45 giorni. In genere, fatta salva l'eccezione di agosto, per le domande successive al 4 giugno il termine di un mese e mezzo decorre dal primo giorno di sospensione dal lavoro per i lavoratori coinvolti dalla cassa in deroga ovvero dalla data di presentazione della domanda all'Inps nel caso di mobilità in deroga. Prima di arrivare al Pip, l'iter, in estrema sintesi, parte dalla «dichiarazione di immediata disponibilità» (Did) che il lavoratore deve sottoscrivere, dopo l'accordo sindacale per la richiesta degli ammortizzatori sociali in deroga, presso l'azienda se sarà coinvolto dalla cassa in deroga o presso i servizi al lavoro accreditati, compresi i centri per l'impiego, se andrà in mobilità. Definito il Pip, questo viene verificato e accettato da parte della Regione. Poi le attività previste dal programma possono partire.

La dote, destinata a coprire i costi del servizio e quindi all'operatore, prevede un contributo massimo di 350 euro al mese per ogni mese di formazione: la durata deve coincidere con il periodo degli ammortizzatori in deroga e, nel caso di lavoratori in mobilità, può arrivare fino a un massimo di un anno. Per il lavoratore non è prevista alcuna indennità aggiuntiva rispetto al trattamento di cassa integrazione o di mobilità in deroga percepito dall'Inps. Il decreto integrativo ha previsto la possibilità di sospendere la dote nel caso in cui si interrompa il periodo di cassa integrazione e il dipendente venga richiamato al lavoro. I tavoli territoriali che si stanno attivando in provincia con il contributo dei sindacati e degli operatori serviranno a guidare e aiutare i lavoratori, che possono trovare informazioni anche sul sito dedicato della Regione www.dote.regione.lombardia.it.

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