Maglificio Dalmine: dalla Regione
un tavolo con proprietà e sindacati

In Regione è stata affrontata giovedì la situazione di crisi di tre aziende lombarde: le rappresentanze sindacali della Maglificio Dalmine, della Ideal Standard di Brescia e della Akzo Nobel Coatings di Fombio, sono state ricevute in audizione dalla Commissione “Attività produttive” presieduta dal Vice Presidente Alessandro Colucci (FI-PdL), che su tutte e tre i casi ha promesso di adoperarsi nei prossimi giorni per l’apertura di un tavolo di confronto tra la proprietà e le rispettive rappresentanze sindacali.

“Oggi stesso – ha detto Colucci - coinvolgeremo l’Unità di Crisi istituita presso la Presidenza della Giunta regionale investendola del problema, e di concerto con l’Assessorato regionale competente ci adopereremo per convocare al più presto un tavolo di lavoro aprendo il confronto tra la proprietà e i lavoratori al fine di tutelare il futuro e le prospettive occupazionali delle tre aziende”.

Nel caso specifico della Maglificio Dalmine, la proprietà ha annunciato 73 esuberi su 132 dipendenti, adducendo le motivazioni nel forte e drastico calo di richiesta del prodotto (biancheria, filati e pelletteria) sul mercato.

Le rappresentanze sindacali hanno formulato alla Commissione tre specifiche richieste: la garanzia che quanto prima vengano erogate ai lavoratori le paghe mensili, ferme a giugno; l’attivazione dal 1 gennaio 2010 di una Cassa Integrazione in deroga con rotazione mensile, senza che venga messo in atto nessun licenziamento; che i lavoratori possano contare su validi supporti formativi.

Sergio Licini, della Femca Cisl Bergamo, nel suo intervento ha sottolineato la necessità di trovare una soluzione, perché il periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali sta terminando, e diventa perciò inevitabile sveltire le pratiche per avere una deroga e l’anticipo, visto che le lavoratrici del maglificio da giugno non prendono nulla. Licini ha poi illustrato la proposta della rotazione tra tutti i lavoratori, idea non approvata dall’azienda. La relazione di Licini ha trovato l’appoggio “bipartisan” di Frosio (lega) e Saponaro (PD). Nella prossima settimana la delegazione sindacale avrà un nuovo incontro con l’azienda. “Speriamo che sulla questione della rotazione – ha detto ancora Licini - faccia un passo indietro”.

Per Marcello Saponaro (Verdi Democratici) è necessario che la Regione istituisca ora “un tavolo specifico per Dalmine: agli 836 esuberi della Tenaris, si aggiungono nuove situazioni di crisi in loco - evidenzia Saponaro - che sollecitano per questa area territoriale una attenzione particolare. Occorre poi - ha aggiunto - rivedere seriamente i criteri e gli accreditamenti nel campo della formazione, perché se vogliamo puntare su una riqualificazione professionale dei lavoratori, questo è un punto fondamentale che deve essere affrontato con minore superficialità”.

Giosuè Frosio (Lega Nord) ha invece sollecitato “la necessità di un tavolo unico regionale per affrontare la crisi, al quale siedano tutte le istituzioni ai vari livelli e le parti sindacali”, garantendo inoltre il proprio impegno per sollecitare i pagamenti degli stipendi arretrati. I lavoratori che rischiano la perdita del posto di lavoro alla Ideal Standard di Brescia sono 130: in questo caso l’azienda ha preannunciato al termine della cassa integrazione straordinaria la chiusura degli stabilimenti di Brescia e di Gozzano (NO).

“Chiediamo che anche l’assessore regionale Romano la Russa si attivi –ha detto Monica Rizzi (Lega Nord)- e che finalmente faccia anche lui la sua parte di competenza. Senza dimenticare che occorre andare a fondo delle ragioni vere di questa crisi economica generale e capire quali sono a monte le responsabilità principali”.

Arturo Squassina (SD) ha chiesto che Regione Lombardia “si attivi per garantire in loco la continuità produttiva, mettendo in campo politiche industriali serie come quelle già attivate ad esempio dalle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia”. Per Luciano Muhlbauer (Rif.Com.) e Osvaldo Squassina (UAL) “il sito produttivo bresciano va salvaguardato, non ci troviamo davanti a una situazione reale di crisi ma solo a interessi di bottega di una azienda che preferisce de localizzare in Bulgaria”.

Alla Akzo Nobel Coatings di Fombio, nel lodigiano, circa 185 dipendenti saranno senza posto di lavoro all’inizio del nuovo anno, dopo che la proprietà ha annunciato la chiusura dello stabilimento al 31 dicembre. “Il settore delle vernici speciali è un settore che oggi ha mercato e non soffre particolarmente la crisi – hanno evidenziato i sindacati - ma la proprietà preferisce delocalizzare all’estero per ottimizzare il profitto”.

Il Consigliere lodigiano Gianfranco Concordati (PD) ha chiesto che “le istituzioni facciano fronte comune in vista dei prossimi incontri in programma al Ministero e che a sua volta anche Regione Lombardia convochi autonomamente la proprietà. E’ inaccettabile – ha concluso Concordati - che vengano disperse in questo modo le professionalità acquisite”.

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