A Bergamo «solo» 550 mobilità
«Piccolo calo. Ora interventi concreti»

Diminuiscono i licenziamenti nelle grandi aziende tra gennaio e febbraio. Ma ora bisogna lavorare sulla ripartenza.

C’è un leggero calo, ma il numero delle persone licenziate è sempre elevato per la provincia di Bergamo. Gli ultimi rilevamenti della Regione, infatti, parlano di 550 procedure di mobilità avviate tra gennaio e febbraio. Nello stesso periodo del 2014 furono 578.

Sempre a Bergamo, solo a dicembre sono state 1035. Tra le cause della crescita anomala del Dicembre scorso vi è sicuramente anche quella della riduzione dei periodi nei quali viene riconosciuto l’indennità di mobilità a partire dall’anno in corso, secondo le modalità introdotte dalla legge Fornero.

Molte aziende, quindi, hanno probabilmente deciso, in alcuni casi anche con l’accordo sindacale, di accelerare le procedure di licenziamento collettivo per permettere ai lavoratori di percepire la mobilità senza i tagli che decorrono da quest’anno ( da 24 a 18 mesi per chi ha un’età fra i 40 e 49 anni, 24 mesi anziché 36 per chi ha più di 50 anni, mentre si confermano i 12 mesi per chi ha meno di 39 anni).

Va ricordato che la collocazione in mobilità tramite la legge 223, riguarda i lavoratori delle aziende medio grandi. I licenziati delle piccole imprese, che godono di minor copertura sociale, nel 2014 furono 5.016. questi ultimi.

«Questo minimo dato di miglioramento conferma la controtendenza registrata nel 2014 sul 2013 degli avviamenti rispetto alle cessazioni nel settore manifatturiero pari al 18%. L’auspicio – dice Giacomo Meloni della segreteria Cisl di Bergamo - è che il miglioramento di alcuni dati macro economici, quali l’intervento della Bce, il calo del prezzo del petrolio, la svalutazione dell’euro sul dollaro, associati alle nuove regole sul contratto a tutele crescenti e gli incentivi previsti a favore delle imprese, producano anche a Bergamo e provincia la spinta necessaria per avviare una ripresa graduale e meno lenta possibile, non solo dei pur importanti dati di produzione, ma soprattutto dell’occupazione, prospettiva che purtroppo gli ultimi 406 esuberi annunciati alla Tenaris Dalmine complica».

«Servono poi interventi urgenti, come propone la Cisl che avvierà nei prossimi giorni la raccolta di firme per un progetto di legge di iniziativa popolare in favore di un fisco più equo e giusto, con la proposta di un bonus di 1.000 euro annui a tutti i contribuenti con un reddito individuale fino a 40.000 euro e un bonus di ammontare decrescente per chi ha redditi compresi fra i 40 e i 50.000 euro».

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