Acquisizione Italcementi, i sindacati:
«A rischio 700 posti di lavoro»

«Nonostante le continue sollecitazioni, il Ministro Guidi non ha ancora convocato le segreterie nazionali di Feneal Uil Filca Cisl Fillea Cgil. Ricordiamo che le proposte presentate dalle organizzazioni sindacali per il rilancio del gruppo italiano, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, furono fatte proprie dal Ministro». Il grido d’allarme arriva dalla Cisl di Bergamo.

La Uil aggiuge: «Oltre a questo silenzio assordante che non fa presagire nulla di buono rispetto agli affidamenti che le organizzazioni sindacali avevano riposto nel Governo quale interlocutore principale del gruppo tedesco, si aggiunge anche quello di Heidelberg Cement che continua a trincerarsi dietro le regole dell’antitrust».

Poi i timori per Bergamo: «Voci sempre più insistenti danno lo smantellamento della sede di Bergamo, del Centro Tecnico e del Centro di ricerca che a tutt’oggi occupano più di 700 dipendenti. Infatti in una riunione congiunta dei CAE Italcementi e Heidelberg, un rappresentante del gruppo tedesco ha affermato che, alla data del 31 marzo, HC deciderà i ruoli delle nuove aree geografiche, che avranno sicuramente ripercussioni negative sugli assetti organizzativi/produttivi in Italia, a partire dalla sede di Bergamo».

«Tale riorganizzazione potrebbe comportare sia un ridimensionamento dei siti produttivi, sia una riduzione delle attuali attività della sede di Bergamo causando una riduzione di due terzi del personale impiegato, con gravi ed evidenti ripercussioni sulla vita di centinaia di famiglie e sul tessuto sociale bergamasco».

Alla luce di tutto ciò il 1° aprile si riunirà a Roma il Coordinamento nazionale delle rappresentanze sindacali di Italcementi che deciderà le opportune iniziative di mobilitazione da adottare che comprendono un pacchetto di 16 ore di sciopero da attuarsi in tutti i luoghi di lavoro del gruppo. Nella giornata di mercoledì 23 marzo l’azienda parlerà ai dipendenti in assemblea.

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