Bergamo, la voglia d’impresa fa 92 mila

Crescono dell’1,5% le aziende attive nella nostra provincia: una media superiore a quella nazionale (+1,2%)

Rallenta ma resta positivo nel 2006 il tasso di crescita delle imprese italiane. Lo scorso anno la vivacità demografica del tessuto imprenditoriale del nostro Paese ha segnato un +1,2%, un dato positivo che segna però un lieve calo di ritmo rispetto al +1,6% registrato nel 2005. È quanto emerge dai dati diffusi ieri da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione sul movimento demografico delle imprese condotta da Infocamere.

Lo scorso anno la base imprenditoriale italiana si è accresciuta di 73 mila unità, risultato di 423 mila nuove iscrizioni e di 350 mila cancellazioni. Lo stock di imprese iscritte alle Camere di Commercio è così arrivato a 6 milioni 125 mila unità. Il saldo cresce meno che negli anni precedenti, ma è avvenuta una specie di «selezione darwiniana», come ha detto il presidente di Unioncamere Andrea Mondello, in cui a vincere «sono state le imprese più forti, più grandi, più efficienti e in grado di competere sui mercati internazionali».

In questo contesto, Bergamo e la Lombardia risultano essersi comportate meglio rispetto al dato medio nazionale: il tasso di crescita delle società, a livello provinciale e regionale, è stato infatti dell’1,5% contro l’1,2 nazionale. Nella nostra provincia in particolare, le società di capitale nel 2006 sono state 23.046, con un aumento del 4,9% (contro il + 4,2 regionale e il 5 nazionale); le società di persone 18.947, con un aumento dello 0,6% (+ 0,2 in Lombardia e + 0,9 in Italia); le ditte individuali 48.452 con una crescita dello 0,2% (+ 0,5 in Lombardia e + 0,1 in Italia); le altre forme 1.921, con un aumento del 2,8% (+ 3,1 in Lombardia e + 1,9 in Italia).

Nella Bergamasca, tra iscrizioni e cessazioni, il saldo è positivo di 1.083 unità nelle società di capitale, di 116 nelle società di persone, di 109 nelle ditte individuali, di 52 nelle altre forme: in totale, nel 2006, le iscrizioni sono state 7.127 mentre le cessazioni sono state 5.767, con un saldo positivo di 1.360 aziende.

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