Chiusura del Ciao sul Sentierone
Forse ricollocati 7 su 13 dipendenti

Confermata la chiusura del Ciao sul Sentierone, dal gruppo Autogrill si apre alla possibile ricollocazione di 7 lavoratori su 13 negli altri locali della Bergamasca.

Un «timido primo passo positivo», è stato definito dai sindacalisti, ma l’obiettivo resta quella della ricollocazione di tutti i lavoratori. La trattativa, comunque, è solo all’inizio, con il primo incontro dopo l’apertura della mobilità tra i sindacati e l’azienda ieri mattina, e la successiva assemblea dei lavoratori. In calendario sono già state segnate le prossime date: il 15 aprile si terrà lo sciopero del commercio a Milano, a cui seguirà un presidio dei lavoratori del Ciao a Bergamo, e il 5 maggio ci sarà il prossimo incontro tra i sindacati e l’azienda.

Mentre prosegue lo stato di agitazione dei dipendenti (13 appunto, di cui 10 part-time), sono iniziate le trattative per il loro futuro. «Considerata l’esiguità del numero dei lavoratori – hanno spiegato Diego Lorenzi di Fisascat-Cisl e Marco Micene di Filcams-Cgil – riteniamo sia possibile una ricollocazione di tutti nei tre locali di Autogrill presenti in Bergamasca». L’ipotesi che solo 7 su 13 (possibilità da cui sono esclusi i tre full-time) possano trovare posto in provincia non è sufficiente per i sindacalisti e per i lavoratori. Per gli altri 6 il gruppo si è detto disponibile a valutare eventuali ricollocazioni negli esercizi commerciali presenti nelle altre province. Ma «la disponibilità dell’azienda – ha tuonato Lorenzi – a valutare eventuali trasferimenti non ci sembra del tutto realizzabile: come si può pensare che una madre possa fare la chiusura, lavorando inoltre part-time, in un locale a Torino?». I rappresentanti di categoria sono comunque fiduciosi che si possa trovare una soluzione a «breve distanza». «Il nostro obiettivo – ha confermato Micene – è ricollocare tutti in Bergamasca, e riteniamo sia fattibile». All’incontro ha preso parte anche Enrico Betti, che assiste il gruppo per conto dell’Ascom, che confermando la certezza della chiusura, ha spiegato: «L’intenzione è trovare un accordo che possa accontentare il più possibile le parti cercando soluzioni condivise, ma non a tutti i costi».

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