«Condividere idee per la città»
Dieci giovani nel Talent Garden di Ubi

Si sono seduti su dei simil tronchi d’albero, rivisitazione di un giardino, questa volta però di idee da far crescere. Questo spazio, infatti, è stato realizzato in pieno centro a Bergamo, in un’area su due piani tra un calcio balilla, sculture in legno colorato (di Kube Design) e dieci scrivanie.

Da Giorgio Frigeri, presidente di Banca Popolare di Bergamo, al sindaco Giorgio Gori, da Paolo Malvestiti , presidente di Camera di Commercio a Lucio Cassia, di Cyfe-Università di Bergamo. Si sono seduti insieme a numerosi giovani per dare il via a «Tag, talent garden in the City», temporary coworking space.

Di cosa si tratta? Lo spiega bene il suo fondatore, il giovane Alberto Trussardi, che già ha vissuto questa esperienza per due anni a Dalmine: «Ma qui siamo in pieno centro a Bergamo, uno spazio di condivisione aperto per tre mesi 24 ore su 24, con dieci giovani nell’ambito dello sviluppo e della tecnologia che lavoreranno e condivideranno spazi e idee».

Ed è «bello stare vicino ai giovani», commenta Gori con Frigeri poco prima di tagliare il nastro e inaugurare il nuovo spazio, quello che un tempo era occupato dal negozio di tappeti «La Torre», e che si trova accanto alla Banca Popolare di Bergamo, affacciato su piazza Vittorio Veneto, in galleria Santa Marta.

«Talent garden» è il suo nome e resterà aperto fino al 31 gennaio 2015: «I giovani sono la speranza e il futuro, perchè elaborano le idee del futuro: e anche se si dice spesso, ora bisogna realmente investire sui ragazzi - spiega Frigeri -. Qui ci saranno dieci giovani, dieci personalità diverse, pronte per affrontare uno scenario complesso e molto veloce - continua Frigeri -.La tecnologia genera innovazione e l’innovazione nasce dalle idee». Ma le idee non nascono da sole: «Ecco allora la condivisione, la multidisciplinarità», per «confrontarsi e aiutarsi, con l’apertura mentale verso il nuovo e la concentrazione di chi, in questa attività, rischia: la propria professionalità è in gioco».

E Frigeri lancia la sfida: «Unite le forze, generate opportunità per il tessuto sociale ed economico che vi circonda. Voi siete il futuro e un intelligente investimento». Per loro stessi, ragazzi dai 20 ai 30 anni, tutti bergamaschi, e per il territorio.

E Trussardi conosce perfettamente cosa significa fare rete: dopo due anni a Dalmine, sbarca ora a Bergamo con dieci menti tecnologiche: «Questo progetto sperimentale vuole essere un acceleratore di relazioni, una rete di professioni, per fare impresa e per le imprese». Persone del mondo digitale: c’èDavide Milesi, 27 anni, co-founder di Eventify (http://eventify.it), startup innovativa che ha inventato un sistema semplice e veloce online per creare un sito web mobile ready per conferenze, eventi e congressi, ma anche Mauro Ciarciaglini (26 anni), Vincenzo Ferrara ( 21), Emanuele Tomassoni ( 26) e Stefania Merelli (26) che lavorano su una casa di sviluppo di videogiochi mobile indipendente, che parte da zero e punta il più alto possibile con la progettazione di una saga videoludica con un personaggio nuovo e accattivante. E poi ancora Luigi Ricco (30) co-founder di «The iNcipit», startup che attraverso un portale online offre la possibilità di creare racconti interattivi, dove gli autori si mettono in gioco coi propri lettori: una community di oltre 8.000 persone che giocano con le 1.000 storie presenti nel sito, scritte da 750 autori diversi. E avanti: Giorgio Ghisalberti ( 31), Alice Rota ( 28) e Andrea Gavardi (27): hanno una web agency specializzata nell’ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca, mentre Alberto Biffi ( 34) e Carlo Montefiori (38) sono specializzati nella creazione di strategie e strumenti di comunicazione digitali, per incrementare vendite e contatti commerciali Ha invece 31 anni Vincenzo Ferreri che lavora da 6 anni in aziende multinazionali, spaziando dalla domotica al settore delle energie rinnovabili.Ad oggi è anche fondatore di una start-up che è un dispositivo indossabile, che permetterà la rilevazione preventiva del colpo di sonno alla guida; così come Giorgio Ferrari, 30 anni, aiuta le aziende ad adottare approcci e metodi provenienti dal mondo startup al fine di snellire e velocizzare processi interni con metodi agili per portare innovazione e nuove opportunità di business, mentre Giovanni Caruso, 39 anni, aiuta aziende, imprenditori, organizzazioni e startupper a definire il proprio modello di business di successo, con un focus particolare nell’integrazione tra startup digitali e il tessuto manifatturiero bergamasco.

Ragazzi incredibili, con il sindaco Gori che ne è entusiasta: «Una ventata di ottimismo, un progetto salutare per la città, perchè qui ci sono energie che si sviluppano, crescono: ogni tanto bisogna smettere di piangersi addosso e darsi degli obiettivi, come questo». E una battuta sul vicino Balzer arriva inevitabile: «Spero si risolva il problema e la provvisoria chiusura sia solo provvisoria, così come mi auguro che questo spazio temporary diventi poi definitivo».

Per il momento, infatti si tratta di un progetto di tre mesi, promosso appunto da Banca Popolare di Bergamo, con la collaborazione del Cyfe - Università degli Studi di Bergamo, del Gruppo Giovani Confindustria Bergamo e il patrocinio di Comune e Camera di Commercio. «Questo è un progetto di condivisione e come tale ha un valore fondamentale - spiega Lucio Cassia, del Cyfe -.Dopo Dalmine progetti di ampio respiro per il territorio andranno a svilupparsi proprio nel centro di Bergamo». Progetti che permettono di fare rete, e «di ampliare la visione, proiettando queste nuove idee anche sul territorio, senza dimenticare l’importanza di Expo 2015, alle porte» commenta Paolo Malvestiti, presidente di Camera di Commercio. Con un beneficio anche sul territorio: «Così si può fare impresa, con nuove opportunità per le aziende, al fine di sviluppare strumenti che siano utili anche al tessuto economico locale» spiega Marco Bellini, del gruppo Giovani Confindustria Bergamo.

Perchè il tasso di imprenditorialità è alto nei giovani, «nella loro disponibilità di mettersi in gioco, a rischiare, rilanciando il mondo delle aziende» continua Bellini, con Malvestiti che sottolinea: «Troppe nuove imprese hanno una durata troppo breve - spiega -. Dobbiamo imparare a fare rete e a consolidare il lavoro, con obiettivi da raggiungere, creando nuove progettualità». E alla base «ci sono sempre le persone», come ha sottolineato Osvaldo Ranica, direttore generale della Banca Popolare di Bergamo.

Persone che in questo caso sono giovani, già pronti con le loro nuove scrivanie, una location con vista sul Sentierone, e una serie di appuntamenti con la città. «Dobbiamo anche lavorare» scherza Trussardi, ma c’è voglia di fare in questi ragazzi, voglia di mettersi in gioco. Preoccupati? «No, più che altro stimolati dalla sfida, e fare questo tipo di lavoro in gruppo, genera nuove opzione, permette di riavviare processi e percorsi mentali sopiti. Dai consigli, il “provare insieme” si generano nuove idee» sorride Mario Viviani, 27 anni: è tra i primi 100 migliori sviluppatori al mondi Android, fondatore del progetto Mariux Apps, consulente per Google. Abiti eleganti, il sorriso del ragazzino con gli occhi luminosi dietro ai suoi Google Glass (li ha provati anche il sindaco Gori a un certo punto). Accanto a lui Cosimo Orban, 20 anni, il più giovane, uscito da due anni dal Natta e specializzato in tecnologie di stampa 3D: vuole creare un ponte tecnologico tra il mondo digitale e quelli della produzione industriale. Al polso un bracciale di borchie colorate: «Le ho fatte io, con la stampa 3D» sorride. Perchè anche se ancora sta riflettendo sul suo futuro, sul percorso tradizionale accademico universitario che per ora ha messo in stand-bye per la continua sperimentazione del mondo tecnologico-digitale, sa che sta prendendo le strade giuste: «Quelle della voglia di provare, del porsi domande, del generare idee e nuovi processi».

E così, alcuni arruffati nei loro maglioni spessi e sciarpe variopinte, altri distinti nei colletti inamidati delle camicie bianche, sono tutti un gruppo coeso: li capisci al volo, che sono pronti a sfidarlo, questo futuro, che ha voglia di credere di più sulle persone, e sulla loro voglia di fare. «Per guardare il mondo, con occhi diversi» commenta Alberto Trussardi. Investendo sulle idee. Ma sempre e comunque sulle persone.

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