Così cambiano le ferie in azienda:
diventano ammortizzatore sociale

In attesa che scocchi la tradizionale ora X dell’esodo estivo, fenomeno pressoché tutto italiano, Confindustria Bergamo fa il punto della situazione sugli orientamenti più recenti in tema di ferie e permessi. Che, complice anche la crisi, registrano la necessità di una maggiore flessibilità.

In attesa che scocchi la tradizionale ora X dell’esodo estivo, fenomeno pressoché tutto italiano, Confindustria Bergamo fa il punto della situazione sugli orientamenti più recenti in tema di ferie e permessi. Che, complice anche la crisi, registrano la necessità di una maggiore flessibilità.

Ad affrontare la questione, attraverso la disciplina dell’istituto e le sentenze del Tribunale di Bergamo e della Corte d’Appello di Brescia, è «Quaderni di Giurisprudenza del lavoro», la pubblicazione semestrale promossa dal Coordinamento giuridico dell’area Lavoro e previdenza degli industriali.

In sintesi due sono le tendenze che emergono. Una contingente, legata appunto alla difficile situazione economica che ha colpito anche il nostro territorio, e l’altra, più culturale, conseguenza delle esigenze e delle peculiarità di un mercato sempre più globale.

Lo spiega Stefano Malandrini, direttore della collana e responsabile dell’area sindacale di Confindustria Bergamo: «Il primo orientamento riguarda l’utilizzo, da parte delle imprese, delle ferie come ammortizzatore sociale. In presenza di situazioni di carico e scarico produttivo sempre più altalenanti e difficilmente gestibili, si ricorre alle ferie in aggiunta ai tradizionali ammortizzatori sociali. E questo si verifica nei casi in cui si rilevi una necessità di intervento tempestivo, per ridurre i ritmi produttivi. È uno strumento che si utilizza per brevi periodi, a volte per singole giornate, quando diventa difficile poter programmare la cassa integrazione ordinaria».

E visto che la prima modalità di regolamentazione è strettamente collegata a questo periodo di difficoltà produttiva, «questo tipo di utilizzo auspichiamo tenderà a ridursi nei prossimi mesi – sottolinea Malandrini - con l’avvicinarsi dell’inizio della ripresa».

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