Costruzioni, 2013 disastroso
In 7 mila in Cassa integrazione

«Le aziende muoiono di credito e non di debito». L’amara constatazione si riferisce alle imprese del settore costruzioni, dove, che si tratti del comparto edile, dei lapidei, dei manufatti, del legno o del cemento, non c’è da stare allegri. Settemila in Cassa integrazione.

«Le aziende muoiono di credito e non di debito». L’amara constatazione si riferisce alle imprese del settore costruzioni, dove, che si tratti del comparto edile, dei lapidei, dei manufatti, del legno o del cemento, non c’è da stare allegri.

Basta scorrere i dati della Fillea-Cgil di Bergamo (la categoria che rappresenta gli edili) sulla Cassa integrazione per avere un’idea della situazione. Gli accordi firmati dal sindacato in questione per le richieste di Cassa nel 2013 sono 659, per un totale di 486 imprese e 7.348 lavoratori coinvolti (371.560 le ore).

Il grosso si concentra nell’edilizia, con 427 intese raggiunte per la richiesta di Cassa, 302 aziende e 5.150 addetti interessati (oltre 260 mila le ore). «E stiamo parlando dei dati “depurati” dalle richieste di Cassa ordinaria effettuate in modo autonomo dalle aziende», spiega Antonello Simula, responsabile organizzativo della Fillea.

Guardando poi l’elenco delle società che hanno presentato domanda di concordato preventivo, molte di queste aziende hanno lavorato per i cantieri Brebemi e ne sono uscite con le ossa rotte. Questo perché non sono state capaci di fare rete, si sono presentate tutte singolarmente.

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