Criptovalute: online l’ultima frontiera della truffa. Anche a Bergamo

Busi: «Negli ultimi tempi, anche a Bergamo casi di inganni dispendiosi». Un vademecum per evitare truffe.

«Negli ultimi anni sono cresciute le truffe anche in criptovalute, alimentando un mercato nero da svariati milioni di dollari. Nel periodo del lockdown abbiamo avuto, anche a Bergamo, casi di consumatori che sono stati coinvolti in tali operazioni naturalmente con esito gravoso per i malcapitati: a fronte di una iniziale proposta di investimento di 350€ si sono ritrovati prelievi a raffica sulla carta di credito consumando il massimale previsto». Adiconsum Bergamo con Mina Busi segnala l’ultima frontiera della truffa online.

Le attività legate ai Bitcoin e ad altre criptomonete sono normalmente molto rischiose per i consumatori. Anche Consob e Banca d’Italia, in un comunicato congiunto hanno richiamato l’attenzione in particolare dei piccoli risparmiatori, sugli elevati rischi connessi con l’operatività in cripto-attività che possono comportare la perdita integrale delle somme impiegate.

«Ora, oltre al rischio di perdite a causa di malfunzionamenti, attacchi informatici o smarrimento delle credenziali di accesso ai portafogli elettronici, cresce anche il rischio delle truffe. Il diffondersi di forme di offerta attraverso il canale digitale, facilitano l’acquisto di cripto-attività da parte di una platea molto ampia di soggetti, convinti con messaggi di guadagno facile».

Adiconsum diffonde un veloce vademecum per cercare di arginare il nuovo fronte di delinquenza. «Innanzitutto – dice Busi - diffidare sempre di chi promette guadagni sicuri o assicura benefici economici: si tratta di attività altamente speculative e dunque rischiose, per le quali è richiesta una elevata conoscenza. Poi, raccomandiamo di fare attenzione in caso di telefonate o link che propongono questa tipologia di operazioni, con un iniziale investimento in piccole somme dietro la promessa di zero rischi: potrebbe trattarsi di truffa. I consumatori ed in particolar modo gli anziani, che sono destinatari di questi contatti, sono invitati a confrontarsi con un proprio familiare o conoscente fidato prima di inviare somme o fornire i propri dati bancari. Proprio questo alone di mistero e di opacità rende le criptovalute un bersaglio perfetto per i truffatori che attivano siti fraudolenti. Anche se il sito sembra identico a quello “ufficiale”, potresti essere indirizzato a un’altra piattaforma per il pagamento. Può succedere, ad esempio, di fare clic su un link che sembri di un sito legittimo, mentre gli autori dell’attacco hanno creato un URL falso con uno zero al posto di una lettera ‘o’. Un altro modo comune in cui i truffatori ingannano gli investitori di criptovaluta sono le app false: diffidate sempre da offerte che arrivano da Twitter o Facebook, soprattutto se ti sembrano impossibili. Gli account falsi sono ovunque».

«Se su queste piattaforme ti viene chiesta anche solo una piccola quantità di criptovaluta – prosegue la presidente di Adicunsum Bergamo -, è probabile che non ti verrà mai restituita. Solo perché altri stanno rispondendo all’offerta, non dare per scontato che non siano robot: è un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti. Devi prestare la massima attenzione. Infine, non fare mai clic su un link contenuto in un messaggio che indirizza a un sito, potrebbe trattarsi di una e-mail falsa».

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