Gruppo Linificio, il 2007 si annuncia difficile
Il primo trimestre segna ancora un rallentamento delle attività. «La riorganizzazione avviata potrebbe non bastare»
Per il gruppo Linificio e Canapificio Nazionale (gruppo Marzotto) prosegue nel primo trimestre del 2007 la tendenza negativa «che ha caratterizzato la domanda di filati e tessuti linieri nell’ultimo trimestre 2006» in particolare per il rallentamento delle produzioni europee di tessuti finiti. Tanto che il fatturato consolidato del periodo gennaio-marzo ha segnato una contrazione del 29,4% (a 12,4 milioni).
Dal punto di vista economico, il primo trimestre del 2007 chiude con un utile operativo di 300 mila euro (100 mila nello stesso periodo del 2006) e un utile netto di 20 mila euro (una perdita di 200 mila in precedenza). La posizione finanziaria positiva netta scende dai 4,3 milioni di fine 2006 a 3,4 milioni.
Come ha sottolineato ieri il presidente Giancarlo Messaggi nel corso dell’assemblea degli azionisti svoltasi a Fara Gera d’Adda presentando la trimestrale 2007 varata dal consiglio di amministrazione poco prima dell’inizio dell’assemblea stessa, «le previsioni di mercato per il 2007 non sono positive». Le cause? La forza dell’euro sul dollaro («ne è favorita l’offerta cinese») insieme «all’incremento elevato» degli stock in magazzino lungo tutta la filiera produttiva e «l’effetto moda che privilegia i tessuti misti, in particolare con seta e cotoni finiti, rispetto a quelli di puro lino».
Un panorama che ha indotto ad affermare il presidente che «gli interventi attuati a fine 2006 di ristrutturazione e organizzazione delle produzioni del gruppo Linificio, pur consentendo la riduzione dei costi di trasformazione, si ritiene non saranno in grado di assorbire completamente gli effetti negativi evidenziati».
E nello specifico, a margine dell’assemblea Messaggi ha sottolineato che, in ogni caso, «si valuterà a fine stagione, intorno a novembre, l’evoluzione reale del mercato. Siamo estremamente preoccupati di come stanno andando i consumi: purtroppo le produzioni cinesi hanno banalizzato la produzione liniera tanto che i consumatori hanno dirottato l’attenzione verso altri prodotti e gli stessi operatori prediligono prodotti "misti" lino ed altre fibre. Un problema non di poco conto visto come i cinesi, oggi come oggi, contino per il 70% delle produzione di filati in lino offerti, per via anche della loro sovrapproduzione, a prezzi davvero bassissimi».
(09/05/2007)
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