Italcementi e Jobs Act: si amplia la Cassa
«Due soluzioni per Bergamo e per la rete»

Verificare, alla luce della nuova legislazione, quali ammortizzatori sociali utilizzare al fine di completare il piano di riorganizzazione complessa avviato da Italcementi nel 2013. Era l’obiettivo dell’incontro con i sindacati a Roma.

L’incontro era in programma Federmaco, la Federazione italiana dei materiali di base per le costruzioni. Un incontro dal quale è emersa la preoccupazione dei sindacati per l’estensione della Cassa fino a un massimo di 1080 lavoratori (a Bergamo 680 coinvolti a rotazione). Già qualcuno parla di sciopero.

In un comunicato Italcementi ha precisato di aver predisposto «due soluzioni ad hoc, una per la sede di Bergamo e una per la rete produttiva, al fine di cogliere le migliori possibilità messe a disposizione dal nuovo quadro degli strumenti di sostegno al reddito, dopo la riforma del Jobs Act».

La proposta è stata presentata dall’azienda alle rappresentanze dei lavoratori «per la definizione del piano di riorganizzazione delle attività in Italia. Coerentemente con quanto a suo tempo stabilito in fase di ristrutturazione della rete produttiva e preso atto del perdurare in Italia della situazione di crisi del mercato del cemento, Italcementi ha proposto l’adozione della cassa integrazione straordinaria fino al 31 gennaio 2017 per la chiusura di Monselice e Scafa e per la trasformazione in centri di macinazione di Sarche, Salerno e Castrovillari».

«Per quanto riguarda la sede di Bergamo - precisa l’azienda - si è proposta l’attivazione di una nuova cassa straordinaria per riorganizzazione, che possa garantire fino a settembre 2017 la potenziale copertura a tutti i dipendenti di Italcementi e Centro Tecnico di Gruppo».

«L’ampiezza massima della copertura - precisa il comunicato di Italcementi - non prefigura assolutamente una soluzione strutturale per gli Headquarter di Bergamo, ma servirà per favorire i processi di valutazione e di valorizzazione delle strutture e delle competenze presenti, dentro un lasso temporale di ampio respiro. Rappresentanti dei lavoratori e azienda proseguiranno il confronto nel corso delle prossime settimane, con il coinvolgimento dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico».

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