Kiko, cresce il fatturato
Utile giù, ma si pensa agli Usa

Kiko, la catena di cosmetica della famiglia Percassi, continua il suo sviluppo. Il fatturato chiude il 2013 con 418 milioni di euro, in crescita del 19,1% rispetto al 2012, mentre l’utile netto ha registrato un calo del 5,3% a 34,7 milioni di euro. L’ebitda si è attestato a 85 milioni, in flessione del 6,2% e con un’incidenza sui ricavi del 20,6%.

Kiko, la catena di cosmetica della famiglia Percassi, continua il suo sviluppo. Il fatturato chiude il 2013 con 418 milioni di euro, in crescita del 19,1% rispetto al 2012, mentre l’utile netto ha registrato un calo del 5,3% a 34,7 milioni di euro. L’ebitda si è attestato a 85 milioni, in flessione del 6,2% e con un’incidenza sui ricavi del 20,6%.

La società sta sviluppando una politica di sviluppo della rete retail : dal 1997 a oggi conta oltre 600 negozi. In Italia realizza il 57% dei ricavi, l’attenzione è ora sugli Usa: lo scorso 20 marzo è stato inaugurato il primo store a Paramus (New Jersey) all’interno del Westfield Garden State Plaza, maxi centro commerciale a 30 chilometri da Manhattan dove, tra cinema, ristoranti e negozi di abbigliamento, sono posizionati i brand di cosmetica e benessere più importanti del mercato internazionale.

Questo è solo il primo atto dell’espansione americana che continuerà nei prossimi mesi.

«L’apertura del primo store Kiko negli Stati Uniti è un forte motivo di orgoglio in quanto è il frutto di un grande lavoro di squadra, realizzato con passione e determinazione – aveva commentato Antonio Percassi, presidente della Percassi e di Kiko, qual -. La nostra presenza oltreoceano ci fornirà informazioni sempre più importanti per lo sviluppo del brand in uno dei mercati più ampi e stimolanti al mondo. Per noi questa è solo un’altra importante tappa di un processo di internazionalizzazione che porterà il marchio, nei prossimi due anni, ad aprire in mercati ad alto potenziale e in forte crescita, come ad esempio il Brasile, il Medio oriente e la Russia».

Un avvio importante, in previsione di un nuovo sviluppo a Occidente e in Oriente, quindi, dopo che l’azienda di Percassi ha raggiunto i suoi obiettivi di espansione con un’avanzata irresistibile in questi anni, partendo dal mercato domestico, per poi allargarsi rapidamente all’estero.

Facendo un po’ di conti, si parla attualmente di 310 negozi aperti ad ogni latitudine dell’Italia e altri 290 distribuiti in 7 Paesi Europei: Spagna, Francia, Portogallo, Gran Bretagna, Germania, Svizzera e Austria, (tutti e 600 sono di proprietà) senza contare l’avvio di un altro canale destinato a diventare sempre più strategico: l’e-commerce.

Così, da poche centinaia, i dipendenti Kiko sono oggi 4.300, con ottimi risultati anche in termini di fatturato: nel 2012 l’azienda lanciata nel 1997 ha raggiunto 351 milioni di euro, toccando nel 2013 418 milioni. Questo mentre continua a implementarsi la rosa di prodotti che la catena cosmetica offre. Con un accattivante slogan: «Be what you want» (siate quello che volete essere, Ndr), e tutto questo con una fascia low cost di prodotto. Anzi di prodotti: 1.500 con marchio Kiko tra proposte di cosmetica, cura della pelle e accessori, il 90 per cento del quale realizzato in Italia, con una buona presenza di fornitori bergamaschi. Nel 2012, tra l’altro, Percassi ha acquisito anche il brand Madina su cui il gruppo sta lavorando per presentare un nuovo concept di immagine: nei prossimi mesi sono previste nuove aperture di questo marchio sia a Milano sia nello shopping center di Orio Al Serio.

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