La nuova Ubi è al debutto
Più manager e cinque donne

È il giorno del consiglio di gestione di Ubi. Questa mattina si è riunito per la prima volta il nuovo consiglio di sorveglianza, molto rosa con cinque donne al debutto, eletto sabato dai soci del gruppo bancario all'assemblea dei record che si è tenuta in Fiera: più di 13 mila i votanti.

È il giorno del consiglio di gestione di Ubi. Questa mattina si è riunito per la prima volta il nuovo consiglio di sorveglianza, molto rosa con cinque donne al debutto, eletto sabato dai soci del gruppo bancario all'assemblea dei record che si è tenuta in Fiera: più di 13 mila i votanti.

Uno dei punti all'ordine del giorno è proprio la nomina del nuovo consiglio di gestione e con questo atto si chiuderà formalmente la presidenza di Emilio Zanetti, alla guida del consiglio di gestione uscente.

Il successore designato è Franco Polotti, oggi presidente del Banco di Brescia. Il suo nome è circolato fin dall'inizio, nel ticket bresciano bergamasco con Andrea Moltrasio, presidente fresco di elezione del consiglio di sorveglianza.

L'altro nome che appare praticamente sicuro è quello del consigliere delegato, Victor Massiah, che si avvia verso la conferma. Per il resto, la definizione del puzzle dovrà fare i conti con norme e raccomandazioni della Banca d'Italia rivolte a tutto il sistema bancario. Le prime hanno introdotto le quote rosa. Questo significa che in un consiglio di gestione che scenderà dagli attuali 11 ai futuri 9 componenti, le donne dovranno essere almeno due.

Le indicazioni della Vigilanza hanno invece già portato a modificare i regolamenti sulle nomine per adeguarsi alla richiesta di avere più manager nel consiglio cui è affidata la gestione del gruppo. Su questo fronte, a parte Massiah, certezze non ce ne sono. Azzardare previsioni, però, dovrebbe essere abbastanza facile. Nella scala gerarchica, appena sotto Massiah ci sono il direttore generale del gruppo, Francesco Iorio, ed Elvio Sonnino, vice direttore generale vicario, e il loro ingresso nel consiglio di gestione dovrebbe stare nell'ordine delle cose.

Per quanto riguarda invece le altre cinque caselle che rimangono da riempire, tolti i manager e il presidente in pectore Polotti, occorre attendere l'esito della giornata. A logica, dati gli accordi fra Bergamo e Brescia, dei sei posti non occupati dai massimi dirigenti del gruppo, ne saranno espressi tre da ciascuna delle due aree. Probabilmente, due uomini e una donna per parte, con Polotti naturalmente in quota Brescia.

A guardare la composizione attuale, fatti due conti è facile aspettarsi anche sul consiglio di gestione un certo rinnovamento. Partiamo infatti da 11 componenti, ma di questi quattro sono in uscita: il presidente Zanetti che lascia e i neo eletti in consiglio di sorveglianza Moltrasio, Mario Cera e Gian Luigi Gola. Già così il cambiamento è pari a un terzo.

Se a questo aggiungiamo che il tavolo si stringe a 9 consiglieri, devono entrare più manager e almeno due donne, è chiaro che le conferme potrebbero essere ridotte ai minimi termini. Tolto Polotti, tra gli uscenti se la giocano, in rigoroso ordine alfabetico: Giampiero Auletta Armenise, Giorgio Frigeri, Guido Lupini e Flavio Pizzini, con il primo già dato da molti con un piede fuori dalla porta.

Oltre a nominare il consiglio di gestione, oggi si dovrà iniziare a ragionare anche sui comitati interni al consiglio di sorveglianza. Sono almeno cinque (nomine, remunerazione, controllo interno, bilancio e parti correlate) e Andrea Resti, che entra nel consiglio di sorveglianza con altri quattro esponenti della lista «Ubi, banca popolare!», ha già ipotizzato al loro interno un ruolo di controllo per la minoranza sulla falsariga di quanto avviene in Parlamento. Oggi si vedrà quali strade verranno scelte.

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