La Same Deutz-Fahr produrrà anche in Russia

Il gruppo di Treviglio, che ha in costruzione una fabbrica in Cina, intende aprire nel 2008 uno stabilimento di trattori sul Mar Nero

Dopo la Cina, la Russia. La Same Deutz-Fahr di Treviglio che a marzo ha posato la prima pietra di una nuova fabbrica a Dalian, nel nord est della Cina, prosegue nel suo processo di internazionalizzazione produttiva, puntando adesso anche sulla ex Unione Sovietica. La prospettiva è quindi che diventino prossimamente anche produttive le due consociate Same Deutz-Fahr Agricultural Machinery (Dalian) Co Ltd con sede legale a Dalian in Cina e OOO Same Deutz-Fahr Russia con sede a Mosca costituite l’anno scorso.

Il progetto per l’avvio di produzioni in Russia è stato approvato nei giorni scorsi dal vertice aziendale e prevede una crescita a passi progressivi per lo sviluppo sul mercato russo, che ha urgente bisogno di un rinnovo del parco trattori, ma dove attualmente le importazioni sono frenate da dazi all’entrata.

«L’idea è di partire al più presto con un’attività di assemblaggio sul posto che permetta di evitare il vincolo del dazio e poi aumentare con il tempo la quota di produzione del trattore con componenti realizzati in Russia - spiega l’amministratore delegato di Same Deutz-Fahr, Massimo Bordi -. Abbiamo già iniziato la ricerca della localizzazione e l’obiettivo è di avviare l’attività nel corso del 2008». Per la realizzazione dello stabilimento il gruppo punta in particolare sulla zona meridionale della Russia, nell’area del mar Nero, in una posizione strategica anche per le altre zone di tradizione agricola dell’ex Unione Sovietica. In prospettiva, oltre ai trattori, potrebbero essere prodotte in questo stabilimento anche mietitrebbia, che potenzialmente potrebbero anche essere vendute in Europa Occidentale utilizzando il canale navigabile del Danubio.

La Russia è considerata, con la Cina e l’India, uno dei mercati del futuro per le macchine agricole: in queste aree si prepara infatti un passaggio verso un’agricoltura industrializzata, con decenni di ritardo rispetto all’America e all’Europa occidentale, dove peraltro ora il mercato è piatto se non in calo.

(28/06/2007)

© RIPRODUZIONE RISERVATA