Le ditta Fassi di Albino compie 40 anni e le sue gru idrauliche sbarcano in Russia

La ditta Fassi di Albino festeggia i 40 anni di attività e proprio in questi giorni le sue gru approdano per la prima volta in Russia. È solo l’ultimo mercato in ordine di tempo cui si affaccia la ditta della Valseriana, ai vertici della produzione mondiale di gru idrauliche «retrocabina», vale a dire trasportate da camion. In aree come Hong Kong e Macao è presente ormai da trent’anni. Negli ultimi cinque ha puntato soprattutto su Europa dell’Est, Medio Oriente e Americhe. L’anno scorso le gru Fassi sono sbarcate in Brasile e adesso sono partite le prime gru per la Russia.La «ciliegina sulla torta» per i 40 anni dell’azienda è una nuova enorme gru del peso di 11 tonnellate, in grado di sollevare pesi per 30 tonnellate, con un braccio che riesce ad estendersi fino a 36 metri di altezza. Si chiama F1500Xp e costa qualcosa come 300 mila euro. Non viene trasportata su camion normali, ma solo su quelli con caratteristiche particolari: autocarri a quattro assi con 32 tonnellate di peso a terra (tecnicamente si dice così). Da quando, nei mesi scorsi, è entrata in produzione, ne sono state realizzate una quarantina.

La Fassi si è sviluppata piano piano, gradualmente dal 1965 a oggi. È partita dalla Val Seriana e - nonostante lo sbarco in oltre 50 Paesi del mondo - fa perno ancora sul territorio bergamasco. Si è sviluppata sì fuori provincia ma senza oltrepassare i confini nazionali, restando in Italia, senza delocalizzare: 10 stabilimenti, 400 dipendenti, un fatturato che proprio l’anno scorso ha superato il «muro» dei 100 milioni di euro (107 per la precisione).

Tutto è partito dall’idea dell’allora trentacinquenne Franco Fassi, che seguendo le orme di padre e nonno nel campo dei trasporti, si era dapprima lanciato nella costruzione di cassoni e allestimenti per autocarri e poi, per l’appunto nel 1965, aveva deciso di scommettere (una scommessa poi risultata vincente) su quelle prime gru idrauliche che dalla Svezia arrivavano in Italia. Oggi la Fassi è il primo produttore italiano, terzo nel mondo. Alla guida dell’azienda anche oggi c’è un trentacinquenne: è Giovanni, figlio del fondatore e presidente Franco, attuale amministratore delegato (c’è pure la figlia Raffaella, impegnata nel settore amministrativo).

«Crediamo molto - dice Giovanni Fassi - nell’automazione, nella robotizzazione, nelle nuove tecnologie, nell’elettronica, nella sicurezza (abbiamo i sistemi automatizzati tra i più evoluti e sicuri al mondo), nella personalizzazione del prodotto in base alle esigenze del cliente: in questi campi abbiamo sempre investito molto e sempre restando in Italia. Abbiamo preferito fare questa scelta piuttosto che cercare manodopera a basso costo in Asia. E devo dire che questa scelta ci ha premiati. Alla fine è questo che fa la differenza tra noi e gli altri produttori». E la decisione di puntare solo sulla produzione nazionale ha pagato: «Non abbiamo delocalizzato perché crediamo nella necessità di un controllo completo del ciclo di produzione. Solo in questo modo possiamo garantire ai nostri clienti un’affidabilità totale».

(26/05/2005)

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