Legler, ricapitalizzazione o libri in Tribunale

Amosfera sempre tesa attorno alla vicenda Legler. L’amministratore delegato Giuseppe Cipolla appare sfiduciato sotto l’incalzare di eventi e notizie sempre più sfavorevoli in questi giorni. In cassa non c’è più nulla o quasi e ci sono 484 famiglie da salvare oltre a uno stabilimento, quello storico dove hanno lavorato generazioni di operai tessili bergamaschi, che rischia di essere spedito sull’isola. Questo lo scenario dopo la convulsa giornata di mercoledì, quando il presidente sardo Renato Soru aveva dettato il suo diktat per la salvezza della società: costituzione di un nuovo marchio, salvaguardia dei tre siti nuoresi e acquisto dei muri di Ponte, abbandonando al loro destino i lavoratori bergamaschi.

«E invece è cambiato di nuovo tutto - esclama Cipolla -: oggi infatti è arrivata dalla Regione Sardegna la bozza di verbale in cui tutte le certezze espresse da Soru e dalla Sfirs erano evaporate. Nei passaggi decisivi infatti, dove la Regione Sardegna si sarebbe dovuta impegnare, c’è invece tutto in infiorettare di verificheremo se ci sono le condizioni di..., valuteremo l’ipotesi... Insomma: tornano a prendere tempo sulla ricapitalizzazione, ma ormai il tempo è scaduto». La trattativa è tornata in fase di stallo: «Sfirs e Regione Sarda pongono una pregiudiziale: che la produzione venga spostata tutta sull’isola senza discussioni. Poi valuteranno se ricapitalizzare o meno la società: condizioni inaccettabili». «Si torna al punto di tre mesi fa, con l’aggravante che la situazione finanziaria è al collasso e se entro mercoledì prossimo, giorno dell’assemblea dei soci Legler, non avverrà la ricapitalizzazione, noi saremo costretti a portare i libri in tribunale. Ecco perché rivolgo un appello a Soru e alla Sfirs di presentarsi in quell’occasione: ora o mai più». (25/01/2007)

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